• 22 Novembre 2024
  • TURISMO

Alla scoperta dei borghi più belli d’Italia: Petralia Soprana, in Sicilia

Caratterizzati da un patrimonio architettonico e naturale certificato dalla Sovrintendenza delle Belle Arti e costituiti da una popolazione inferiore a 6.000 abitanti, i borghi italiani sono più di 300, tutti con una caratteristica in comune: fanno sorridere, fanno innamorare.

Le loro bellezze sono celebrate da programmi tv come Alle falde del Kilimangiaro e Il Borgo dei Borghi (in onda sulle reti Rai), o ancora Borghi d’Italia (in onda su TV2000); ma soprattutto preservate e promosse turisticamente da reti e associazioni come l’Associazione Borghi più Belli d’Italia (quasi 300 borghi certificati) o la più giovane Borghi Autentici d’Italia (più di 200 comuni iscritti).

Petralia Soprana
La chiesa dedicata a Santa Maria di Loreto

Dopo avervi raccontato nel precedente appuntamento delle “Vie Aleramiche, Normanno-Sveve, oggi vogliamo parlarvi di Petralia Soprana, in provincia di Palermo, una piccola gemma arroccata sul versante meridionale delle Madonie, nota per l’architettura normanna e in special modo per la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e per la Chiesa di Santa Maria di Loreto.

Da non perdere sono anche il Museo Civico della Memoria e del Presente, che comprende una sezione archeologica; la Miniera di Salgemma con tanto di area espositiva di sculture di salgemma, presso la miniera in località Raffo; Palazzo Pottino con la mostra di abiti e accessori d’epoca della collezione Piraino; la Biblioteca Comunale ospitata nei locali restaurati dell’ex ospedale, dove sono custoditi circa 30 mila volumi e un consistente fondo antico con opere dal XIV al XIX secolo.

Le origini di Petralia Soprana

Abitata anticamente dai Sicani (i quali la chiamavano Petra), Petralia Soprana è il comune più alto delle Madonie, dal quale poter ammirare la bellezza del territorio naturale circostante. Il territorio comunale fa parte per intero del Parco delle Madonie: 40 mila ettari di natura protetta in territorio per lo più montano, dove campi coltivati si alternano a pascoli e, solo in minima parte, alla macchia mediterranea.

Ben 32 sono i borghi abitati da contadini da cui provengono latte, formaggi, carni, frutta e verdure. Le escursioni in zona comprendono la visita ai siti di Gorgo Pollicino e, più in alto, di Piano Catarineci, e ai ruderi dell’acquedotto romano, nei pressi della contrada Cerasella. Da qui si sale al monte Savochello.

Petralia Soprana
La miniera di Salgemma in località Raffo

Chi apprezza l’arte può seguire l’itinerario gaginiano, alla scoperta delle opere dei Gagini nei quattro comuni di Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana e Petralia Sottana. Nella Sicilia aragonese, e in particolare nelle Madonie, questi scultori palermitani hanno lasciato capolavori che è bello andare a cercare tra i vicoli e le strade di questi paesi.

Utilizzato come set per il film La fame e la sete di Antonio Albanese, Petralia Soprana conserva antichi riti e tradizioni, e un centro storico quasi intatto. In più, non è distante dalla stazione sciistica di Piano Battaglia e dal mare di Cefalù.

Una delle fontane che adornano le piazze del borgo

Le specialità tipiche del posto

In quanto alla cucina, è prevalentemente contadina e mediterranea. Si apprezzano in particolare le minestre: le lenticchie aromatizzate con i finocchietti selvatici, i ceci, le verdure selvatiche come la cicoria e la borraggine che acquistano gusto grazie all’altitudine. Quando queste verdure sono cucinate insieme si ottiene la virdura maritata.

Tra i formaggi, spiccano il pecorino, fresco o stagionato, il caciocavallo e la ricotta fresca. Gustose sono pure le salsicce, compresa quella asciutta. Di vecchia tradizione i dolci, come u risu duci, la natalizia cucchia, l’aceddu che invece è pasquale, i biscotti alla cannella e lo sfuogghiu.

Piero Abrate

Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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