• 24 Novembre 2024
  • ARTE

Alfredo Lagni: un artista autodidatta dal talento innato

A volte nella vita capitano incontri che, anche se non programmati, finiscono per stravolgere i tuoi programmi, ti fanno riflettere e, nella sostanza, ti portano a conclusioni originali. Tutte queste sensazioni sono state da me vissute in questi giorni, quando mi sono imbattuto in una persona, e soprattutto ho avuto l’occasione di guardare le sue opere pittoriche. Sì, perché questa persona, anzi quest’artista, è un pittore, che con la sua esperienza ha attraversato gli anni che vanno dalla ricostruzione industriale fino ai nostri giorni.

Si tratta di Alfredo Lagni, nato a Galluccio nel 1944 e ora, dopo aver girato tutta l’Italia, vive con la sua famiglia a Formia. Dico subito che la sua arte mi ha impressionato. Mi sono, tra le altre cose, posto una domanda: “Perché non ha molti critici d’arte intorno, pur essendo meritevole di attenzione?” La risposta forse è semplice e facilmente intuibile: anche la critica d’arte subisce le leggi dell’economia e del denaro.

Essendo Lagni uomo di talento artistico – un talento artistico naturale e poi spiegherò il perché – ma senza notevoli mezzi economici, non ha intorno a sé lo stuolo di critici d’arte, che dietro compensi economici non sempre di poca entità, provvedono a tessere elogi ed apprezzamenti. Spezziamo dunque una lancia a suo favore, facendo nella sostanza non solo parlare il nostro cuore ma anche descrivere le sue doti artistiche.

Cenni biografici

I tratti significativi della vita del pittore Alfredo Lagni servono subito a mettere in evidenza che la sua esistenza non è mai stata facile, anche se contiene una serie di soddisfazioni artistiche. Nasce infatti nel 1944, in piena fase bellica, in un comune del casertano, per la precisione a Galluccio, da una famiglia di modesti e seri operai. La giornata del padre è sempre molto lunga, perché deve garantire il pane quotidiano ai suoi.

Alfredo frequenta le scuole elementari e medie, mettendo da subito in evidenza la sua inclinazione per il disegno, la pittura e l’arte in genere. Nel corso delle scuole medie in particolare, avendo un’avversione per la matematica, durante le ore di questa materia, invece di ascoltare il docente, si diverte a fare delle caricature dell’insegnante. Il professore di disegno, avendo scoperto per caso questi bozzetti, convince Alfredo a iscriversi al liceo artistico. Per questo motivo il giovane si iscrive e per due anni frequenta la scuola. Non essendo però facile la sua vita familiare – i rapporti con il padre che non erano mai stati idilliaci diventano per l’adolescente insopportabili – Alfredo decide di lasciare la famiglia e di spostarsi al Nord, scegliendo di andare a vivere nel Veneto, perché è sempre stato attratto dalla bellezza di Venezia.

In questo periodo inizia la sua esperienza di “artista di strada”. La sua abilità manuale gli permette di fare lavori che ritraggono i luoghi più significativi della laguna e trova nei numerosi turisti della città molti interessati clienti ai quali consegnare i suoi lavori. È il periodo in cui Alfredo riesce, pur avendo avuto comprensibili difficoltà, a risolvere i suoi problemi economici. Risolti pertanto questi aspetti, sceglie la via del rientro.

La sede della sua nuova vita è Formia, dove tuttora abita. Essendo però uomo concreto, che ha sperimentato le difficoltà della vita, Alfredo Lagni sa che la pittura, come tutte le arti, non è in grado di garantire. Ha ben presente il vecchio adagio: “carmina non dant panem”. Proprio per motivi economici Lagni si adatta a svolgere qualsiasi attività, in quanto è perfettamente convinto che ogni lavoro non intacca la dignità umana, ma contribuisce a rendere nobile l’esistenza. Ovviamente svolgere un’attività per garantire il sostentamento indispensabile per sé e per la propria famiglia non comporta l’abbandono della sua intima e naturale vocazione.

Alfredo continua a dipingere, come ha sempre fatto, senza avere un locale dove operare e quindi una sede ufficiale. A lui basta una valigetta dove mettere la tavolozza e i colori, a lui basta una tela o un cartoncino: immediatamente sente l’ispirazione ed è pronto a lavorare. Ha sostanzialmente sempre fatto così. Ha dipinto così a Venezia e nel Veneto, ha lavorato in questo modo a Roma ed in altri importanti città. Si può pertanto affermare, senza correre il rischio di sbagliare, che Lagni è cittadino, anzi artista del mondo, avendo scelto la strada come suo studio professione.

Qualche cenno sulla sua produzione artistica

Come ho avuto modo di sottolineare nel tratteggiare la sua vita, Alfredo Lagni non ha frequentato scuole d’arte, ma nelle sue opere vi è quella vis naturale che l’artista che frequenta le scuole poi organizza secondo determinati canoni. Si può dire che in lui vi è una vocazione molto profonda per la pittura e di conseguenza questa vocazione gli permette di raggiungere obiettivi artistici, anche senza passare attraverso i filtri della tecnica. Ho guardato a lungo le sue opere e ho ricavato una serie di elementi che vorrei ora richiamare.

Innanzitutto è opportuno sottolineare che Lagni è un pittore versatile, di conseguenza lavora con i colori su tela e con i carboncini su cartoncini o fogli. I due tipi di composizione hanno una caratteristica comune: entrambi i tipi di composizione non generano opere fredde, frutto di tecnicismo, di quel tecnicismo che si apprende a scuola.

Chi osserva i suoi lavori, siano essi quadri o carboncini, avverte la presenza dell’autore, che sa trasmettere i suoi stati d’animo, le sue angosce, i suoi tormenti.

Alfredo Lagni

Il volto di Cristo

Del resto la vita di Lagni non è stata sempre facile. Il dramma della sua vita è presente nelle sue opere con i personaggi che disegna o dipinge. Per dimostrare quanto ho appena affermato posso citare una sua opera, “Il volto di Cristo”. Se si guardano gli occhi di chi sta per morire in croce, si avverte tutta l’umanità del personaggio, di quel personaggio che, dopo aver predicato il suo destino e di conseguenza dopo aver razionalmente sostenuto ed illustrato la sua missione, arrivato al dunque, si rivolge al Padre quasi per invitarlo a risparmiargli questo tremendo passo.

Ebbene ho impiegato diverse righe per cercare di descrivere al mio lettore tutto il dramma del Messia, Alfredo Lagni con puntuali e precisi segni esprime questo dramma personale: il Cristo diventa uomo con la sua paura della morte, con la sofferenza che lo tormenta. Credo che la vis che contiene lo sguardo del Crocifisso sia quella che l’artista in molti momenti della sua vita ha personalmente avvertito.

Freschezza del tratto

Una seconda caratteristica dei suoi lavori è la freschezza del tratto. Sia nei quadri che nei disegni si avverte questa freschezza. Il Lagni ha fatto moltissimi quadri e moltissimi disegni. Una produzione molto ampia generalmente mette l’autore nella condizione di ripetere scene e colori. Tutto questo non si verifica con lui perché la freschezza delle sue pennellate e dei suoi tratti fanno pensare ad un segno creato per la prima volta per quello specifico lavoro, quindi ad un segno unico ed irripetibile.

Direi poi che questa freschezza ha una sua peculiarità: tende a mettere in evidenza una visione, nonostante tutto, positiva della vita e del mondo. I suoi paesaggi hanno sempre una luce, che è la luce dell’ottimismo.

Alfredo Lagni

Volti di madri con figli in braccio e l’influenza naïf

Una terza considerazione si può ben ricavare dai suoi lavori su cartoncino. Lagni ama dipingere volti di madri con il figlio in braccio. Ciò che subito colpisce e cattura lo sguardo è il flusso d’amore materno che si ricava: la donna ha nei confronti della sua creatura un atteggiamento tutto particolare, carico di amore. In queste sue presentazioni il pittore è particolarmente incisivo perché riesce, ancora una volta, a dimostrare un sentimento, quel sentimento che forse ha sempre cercato a livello personale e che nella realtà quotidiana non sempre ha trovato.

Una sottolineatura finale: pur non avendo avuto una scuola e non avendo avuto mai un maestro che lo indirizzasse, il Lagni ha subito pure l’influsso, e in alcuni quadri lo dimostra, dei pittori naïf . Anche in queste opere emerge comunque il suo tentativo, quasi sempre eccellente, di interpretare questa tendenza e quindi riesce ad essere originale.

Professor Franco Peretti
Cultore di storia territoriale

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