TORINO. Alessandra Mussolini, europarlamentare nelle fila di Forza Italia e nel gruppo del Partito Popolare Europeo, si ricandida alle prossime elezioni europee con l’obiettivo di aiutare il partito in un momento di difficoltà. In esclusiva al nostro quotidiano, esprime la sua opinione in merito all’attuale situazione del governo italiano e su quali siano le esigenze principali del nostro Paese a livello europeo.
A dir la verità all’inizio poteva avere un senso. Mi erano piaciute molto, ad esempio, le posizioni intransigenti sull’argomento immigrazione e nello specifico sulla chiusura dei porti, perché avevano trasmesso un bel segnale in Europa. Ricordo che durante una seduta al Parlamento europeo sono dovuta arrivare a dire “Sciacquatevi la bocca quando parlate dell’Italia”, perché eravamo arrivati ad una situazione limite. Oggi continuano a litigare e sopratutto i pentastellati stanno mostrando la loro vera natura di estrema sinistra.
Prima pensavo non ci fosse assolutamente alternativa a questa coalizione di governo. Anche se si trattasse di una recita ben congegnata, con un ruoli ben definiti da una parte e dall’altra, purtroppo nell’ultimo periodo c’è stato troppo litigio. E nella litigiosità a farne le spese sono sempre l’economia, i mercati, ma sopratutto la gente. Questa situazione è davvero molto sfiancante.
La prima volta nella quale venni eletta in Europa fu nel 2004, con il mio partito Alternativa Sociale, sino al 2008, e successivamente dal 2014 ad oggi con Forza Italia. Quest’anno mi ripresenterò nelle fila azzurre. Ho preso questa decisione perché c’è stata la chiamata del presidente Silvio Berlusconi e di Antonio Tajani, e non ho voluto dire di no. In questo momento il partito ha bisogno, è in un momento di difficoltà. Sono fatta così, quando si tratta di affrontare un problema non è nella mia indole tirarmi indietro. Inoltre il presidente Berlusconi ha avuto recentemente quel piccolo contrattempo medico di cui tutti siamo a conoscenza, per cui mi sento ancora più lieta di avere accettato e di essermi candidata. Vada come vada. Non ho retropensieri, non ho un piano B. Sono scesa in campo per il partito.
In merito alla questione immigrazione siamo riusciti a modificare “Il trattato di Dublino“, che poi purtroppo è stato bloccato dagli Stati membri. Una riforma che poteva rappresentare una vera e propria svolta. Ne sono stata la relatrice in prima persona e nello specifico si imponevano gli Stati ad avere una redistribuzione: gli immigrati non sarebbero rimasti in Italia e di conseguenza in tutti gli Stati di frontiera. È stato bloccato perché in Europa non c’è un’iniziativa di legge parlamentare, ma le decisione finali spettano sempre al Consiglio degli Stati membri. Però è stato un punto di partenza importante. Con l’approvazione della riforma di Dublino non si sarebbe più verificato, ad esempio, che la Germania o qualsiasi altro Stato membro, avrebbe potuto rispedire in Italia i migranti. Per quanto riguarda le altre riforme, la prima che secondo me bisognerebbe affrontare in maniera seria è la certezza della pena: chi è colpevole e va in galera, ci deve rimanere. Troppo spesso si sente parlare del contrasto alla criminalità, ma quando un cittadino subisce una rapina o è vittima di un reato grave, a mio parere non viene tutelato abbastanza. E sopratutto chi è autore del reato non subisce una pena adeguata.
Personalmente ho fatto di tutto per difenderla, ma posso dire molto onestamente che sia i parlamentari della Lega che quelli del Movimento 5 stelle, che in patria parlano molto, in Europa non hanno fatto niente. Spesso non partecipavano neppure ai tavoli di lavoro. In Italia alzano la voce, ma in Europa fanno scena muta. A livello europeo non abbiamo una squadra di governo coesa, a differenza di Germania e Francia, che sono molto meglio organizzati. Gli europarlamentari italiani presenti erano circa 73, ma non abbiamo mai fatto squadra, erano troppe divergenze di pensiero. La sinistra addirittura non vedeva l’ora di parlare contro l’Italia. Avrei voluto registrare i loro discorsi per dimostrare queste affermazioni. Addirittura quando Giuseppe Conte è venuto a Bruxelles nelle vesti di Presidente del Consiglio, si è verificata una situazione poso rispettosa. Sono intervenuti molti colleghi a sproposito e ne hanno dette di tutte i colori. Sono dovuta intervenire io a ricordare che quando parlano gli altri capi di Stato, tutti stanno ad ascoltare rigorosamente in silenzio. Mentre per l’Italia si è verificato l’esatto contrario. Questa situazione è molto grave.
Ho condiviso appieno la sua candidatura. Alberto è una persona seria, nutro profonda stima per il collega, che inoltre è un amico. È portatore di idee e valori sani, buoni, italiani doc. Cirio ce la può fare e ce la deve fare. Chiamparino invece non lo voglio nemmeno sentire nominare. A mio parere è falso come Giuda, soprannominato “Chiamparino Tre Denari“.
È il nostro stile inimitabile. Il valore italiano è in tante cose: è nella cucina, nella tradizione, nel nostro modo di essere, così solare. Molte volte nel Parlamento Europeo ci siamo occupati della tutela dei prodotti alimentari italiani, spesso taroccati da potenze economiche mondiali come la Cina o addirittura dagli Stati Uniti. Il valore italiano è inoltre cultura, turismo, clima, ma sopratutto è un tratto distintivo speciale che permea tutta la comunità italiana. E io che sono per metà napoletana e per metà romagnola, posso dire di sentirmi pienamente portatrice dei valori italiani fuori dal nostro Bel Paese.
Carlo Saccomando