ROMA. Finalmente l’Albertone nazionale approda al Dizionario Biografico degli Italiani edito dall’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, appena pubblicato.
Già dagli inizi degli anni Sessanta si sarebbe potuto smontare un luogo comune – anche critico – che ha perseguitato Alberto Sordi per tutta la vita: la sua identificazione con vizi e difetti dell’italiano medio. Ettore Scola ha sostenuto più volte una tesi opposta: Sordi è l’italiano impazzito, in cui pulsioni socialmente inconfessabili hanno preso il sopravvento sulla rispettabilità piccolo-borghese.
Con queste parole si apre la voce curata dal critico cinematografico e storico del cinema Alberto Crespi. Si va dagli esordi ai grandi successi, fino ai progetti non realizzati, con aneddoti e rivelazioni come quando dopo i due insuccessi iniziali Fellini lo volle a tutti i costi nel 1953 per I vitelloni, pur dovendo accettare che il nome di Sordi non comparisse nei manifesti del film, affinché la gente non scappasse dal cinema.