Un’importante scoperta archeologica è avvenuta nella zona circostante il comune di Albenga, già sede di precedenti ritrovamenti. Nel suo entroterra, infatti, gli esperti hanno trovato i resti sepolti di una neonata, la più antica dell’intera Europa, datata circa 10 mila anni fa, nel Mesolitico.
Questi esperti sono un gruppo di ricerca internazionale, guidato dagli studiosi italiani Stefano Benazzi, Università di Bologna, Fabio Negrino, Università di Genova, Marco Peresani, Università di Ferrara. Oltre a loro, ci sono anche studiosi della University of Colorado Denver, dell’Università di Montreal, della Washington University, dell’Università di Tubinga e dell’Institute of Human Origins dell’Arizona State University. Decisivo anche il supporto dal Sincrotrone Elettra di Trieste. Ogni aspetto della loro attività è presente sulla pubblicazione Scientific Reports.
Le attività di scavo hanno avuto luogo per commissione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona. Il ministero dei Beni Culturali aveva rilasciato regolare concessione al professor Negrino, il coordinatore e responsabile scientifico del progetto. Nel 2015 e 2016 gli scavi ad Arma Veirana avevano trovato dei manufatti di addirittura 50 mila anni fa, usati dall’uomo di Neanderthal.
La neonata è il frutto della scoperta avvenuta nel savonese ad Erli, in val Neva a meno di 20 chilometri da Albenga nel 2017. Più precisamente è stata trovata nella grotta di Arma Veirana, molto vicina al confine con il Piemonte, presso la cuneese alta val Tanaro.
La piccina ha ricevuto il nome di Neve, ed al momento della morte aveva appena 40 giorni, oppure al massimo 50. Insieme con il suo minuscolo corpicino, c’era un intero corredo funebre.
Più nel dettaglio il gruppo di ricerca ha trovato circa 60 minuscole perle dentro delle conchiglie bucate. C’erano anche 4 ciondoli forati e provenienti da alcuni molluschi detti bivalvi, più un artiglio di un rapace, un gufo.
Considerando che l’epoca preistorica in questione coincide quasi con il termine dell’ultima glaciazione, chiamata Würm, la scoperta assume un’enorme valenza per comprendere le popolazioni del periodo.
Studiando la fisiologia della neonata, in particolare la bocca, il team ha appurato che la madre si cibava di carne da animali terrestri. Inoltre pare che la donna soffrisse di una serie di stress in quantità da influire sul corpo della figlia.
Benazzi, a proposito del ritrovamento, ha aggiunto: ” La scoperta di Neve è di eccezionale importanza e ci aiuterà a colmare molte lacune, gettando luce sull’antica struttura sociale e sul comportamento funerario e rituale di questi nostri antenati“.
Riccardo Tomatis, sindaco di Albenga, ha commentato la notizia archeologica in questo modo. “Questa scoperta, l’ennesima nelle nostre zone – dice Tomatis – attesta l’importanza nel nostro territorio nel panorama storico-culturale non solo della nostra Regione ma dell’Italia intera. Siamo noi stessi curiosi di scoprire nuovi dettagli relativi al ritrovamento“.