Il giornalista americano forse più amato dagli italiani, Alan Friedman, ha firmato un nuovo libro, uscito in Italia ieri, lunedì 9 settembre, intitolato “Questa non è l’Italia”. Pubblicato col titolo simile a “Questa non è l’America”, del 2017, sempre per Newton Compton Editori, il giornalista e scrittore affronta i temi più scottanti dell’attualità, analizzando il contesto che ha portato all’alleanza tra 5 Stelle e Pd, e alla nascita pochi del nuovo governo Conte, attraverso una cronaca del governo targato Salvini-Di Maio, toccando anche il tema dell’immigrazione.
Il 31 agosto scorso Friedman scriveva al premier Conte una lettera aperta, pubblicata sul quotidiano La Stampa, in cui esprimeva il suo punto di vista. Di seguito vi proponiamo un estratto.
Caro Presidente Conte, Mi congratulo per la sua nomina, e per la sua dichiarata volontà di invertire la rotta su diverse politiche che hanno rappresentato il cuore del precedente governo da lei guidato. Questa duttilità, interpretata invero dai suoi critici come trasformismo, si rivelerà tuttavia determinante se l’Italia avrà una chance di respingere i venti gelidi della recessione, e se il nuovo esecutivo riuscirà a ottenere un tasso di crescita in grado di archiviare l’attuale fase di prolungata stagnazione. Le scrivo da economista, ammiratore da una vita del Belpaese. In questa lettera, signor Presidente, non ho la presunzione di giudicarla politicamente. Il mio solo scopo consiste nel segnalarle una breve lista di misure che, a mio avviso, dovrebbero essere abolite o almeno modificate, affinché le prospettive di crescita italiane possano migliorare. E le misure in questione sono: Quota 100, il Decreto dignità, il Reddito di cittadinanza, i Condoni fiscali. Mi rendo conto, caro Presidente, che in fin dei conti le sto consigliando di disfare quanto realizzato sotto la sua leadership in quest’ultimo anno. Ma ho fiducia nella sua capacità di farlo accadere in modo fluido, quasi come se fosse la cosa più naturale del mondo. Le auguro intanto buon lavoro, nella speranza che volterà davvero pagina.
Friedman non va per il sottile nel saggio Questa non è l’Italia, abituato com’è alla schiettezza senza mezzi termini, come quando intervistò il presidente americano Donald Trump: «Trump salta da un argomento all’altro», fu la sua impressione, riportata nello sconvolgente Questa non è l’America. Scriveva allora Friedman: «Trump ricorda alcuni Ceo americani e stranieri senza grandi comprensioni del mondo. Non capisce come funzionano la Nato e l’Unione Europea. Si comporta da dittatore, e vuole delegittimare gli organi di stampa, l’Fbi, i giudici e chiunque sia contro di lui. Se ne frega della Convenzione di Ginevra, e non ha una politica ideologica».
Simona Cocola