• 20 Novembre 2024
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Addio ad Antonello Falqui, il padre del varietà: aveva 94 anni

ROMA. E’ morto all’età di 94 anni Antonello Falqui. Se n’è andato con leggerezza e ironia, come aveva vissuto e aveva insegnato a vivere a intere generazioni di italiani. La notizia della scomparsa del padre del varietà all’italiana e artefice del successo di tanti grandi personaggi dello spettacolo, ha fatto subito il giro del web nel modo più singolare: “Sono partito per un lungo lungo lungo viaggio – questo il testo di un post apparso sui suoi profili Facebook e Twitter -. Potete venire a salutarmi lunedì 18 novembre alle 11 alla chiesa di Sant’Eugenio a viale Belle Arti a Roma”.

Appena è rimbalzata la notizia centinaia di messaggi di cordoglio hanno invaso la rete, da Fiorello ad Alessandro Gassmann, e tanta gente comune. Ovunque, sui siti e sulle reti televisive, hanno cominciato a rimbalzare gli spezzoni dei suoi varietà.

Falqui, romano, classe 1925, ha firmato quattro edizioni di Canzonissima (1958, 1959, 1968, 1969), altrettante di Studio Uno (1961, 1962-63, 1965 e 1966) e Milleluci (1974), avvalendosi della collaborazione di Guido Sacerdote. Figlio del critico e scrittore Enrico Falqui, dopo essersi iscritto in Giurisprudenza, Antonello Falqui la abbandona attratto dal cinema e dal ’47 al ’49 frequenta il corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel ’50 è aiuto regista di Curzio Malaparte durante la lavorazione del film ‘Cristo proibito’. 

Antonello Falqui con Claudia Cardinale

Figlio del critico letterario Enrico Falqui, Antonello era nato a Roma il 6 novembre 1925 dove ha trascorso tutta la sua vita, fatta eccezione per una piccola parentesi nel 1952 quando è approdato alla sede Rai di Milano. Si era iscritto all’Università, facoltà di Giurisprudenza, senza portare a compimento gli studi, perché la sua vera passione era il cinema. Dal 1947 al 1949 ha frequentato il corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia, diretto da Luigi Chiarini. L’approdo inRai è del ’52 come regista di alcuni documentari. Il programma che lo consacra presso il grande pubblico è Il Musichiere, in onda dal ’57 al ’60 condotto da Mario Riva.

Nel 1950 è aiuto regista nel film dello scrittore Curzio Malaparte, Cristo proibito, girato nel 1950. Oltre a Mina, in tv ha portato personalità come Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Johnny Dorelli, Rita Pavone, Ornella Vanoni, Paolo Villaggio, Gigi Proietti e tanti altri.

Nel 1990 abbandona il piccolo schermo per dedicarsi all’insegnamento della regia televisiva all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Nel 2017 è stato realizzato un film tv dedicato al suo grande varietà, C’era una volta Studio Uno, diretto da Riccardo Donna ed interpretato da Edoardo Pesce.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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