• 19 Novembre 2024
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Addio a John Baldessari, tra i più famosi artisti americani contemporanei

NEW YORK. Uno dei più famosi artisti americani contemporanei, John Baldessari, è morto a 88 anni nella sua casa di Venice in California. Lo ha annunciato la galleria Marian Goodman, che lo rappresentava, definendolo una persona intelligente e un artista incomparabile.

L’artista, nato a National City negli Stati Uniti nel 1931, da madre danese e padre italiano, è stato pioniere e tra le punte di diamante del movimento concettuale, modificando per sempre, tra gli Anni Sessanta e Settanta, il modo di fare arte. È stato inoltre docente presso il California Institute of Arts, e presso l’Università della California di Los Angeles, svolgendo un ruolo fondamentale nella formazione di artisti provenienti da tutto il mondo. Nel 2009 gli è stato conferito il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia e nello stesso anno la Tate Modern di Londra gli ha dedicato una retrospettiva, ma più di 200 sono le mostre cui ha partecipato negli anni.

John Baldessari è morto all’età di 88 anni

Figlio di un robivecchi italiano emigrato in California e di una infermiera danese, Baldessari aveva cominciato la sua carriera come pittore semiastratto. A metà anni 60 aveva cominciato a sperimentare oltre la tela, girando film, creando collage e installazioni. Nel 1970 era diventato famoso prendendo le distanze dalla sua produzione precedente: aveva bruciato i quadri ripudiati del periodo 1953-1966 nel crematorio di una impresa di pompe funebri di San Diego, usando poi le ceneri per fare biscotti.

Considerato uno degli artisti più influenti negli Stati Uniti, nel 2016 lo avevamo visto arrivare a Miami, in occasione di Art Basel, in forma smagliante, a bordo di un bolide da corsa, realizzato per BMW nella serie delle BMW Art Cars. La macchina di Baldessari era stata costruita nel puro stile dell’artista americano, un’opera iconica che racchiudeva le pratiche creative degli ultimi 50 anni, nelle linee realizzate con i colori primari e nei dot in bianco e nero, in un gioco pieno di ironia che si dispiega sulle molteplici dimensioni dell’auto da corsa.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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