Non si è smentito nemmeno nell’ultimo giorno passato su questa terra: con un grande colpo di teatro il mitico Gigi Proietti se n’è andato esattamente nel giorno del suo 80esimo compleanno. Si tratta di una vera e propria “mandrakata”, come già in molti l’hanno definita sui social.
Il grande attore di teatro, cinema e tv era ricoverato da diversi giorni in una clinica romana perché non si sentiva molto bene e proprio per questo stava effettuando degli accertamenti. Le sue condizioni cliniche sono peggiorate ieri pomeriggio a seguito di un grave scompenso cardiaco.
Per dovere di cronaca è giusto specificare che secondo fonti attendibili il decesso non sarebbe legato al Covid, ma conseguente a gravi problemi cardiaci: infatti già nel 2010 Proietti era stato ricoverato per una forte tachicardia
La famiglia, fino all’ultimo, ha voluto mantenere il massimo riserbo riguardo alle sue condizioni di salute. “Nelle prime ore del mattino è venuto a mancare all’affetto della sua famiglia Gigi Proietti. Ne danno l’annuncio Sagitta, Susanna e Carlotta. Nelle prossime ore daremo comunicazione delle esequie”, recita un comunicato diffuso dai parenti a seguito della scomparsa.
Secondo le prime indiscrezioni le esequie saranno pubbliche, ma con ingressi contingentati. I funerali del grande attore si terranno nei tempi e nei modi compatibili con le attuali restrizioni anti Covid. Le modalità sono ancora in via di definizione.
La sindaca di Roma Virginia Raggi avrebbe messo a disposizione il Campidoglio per la camera ardente, ma si parla della possibilità di utilizzare il Globe Theatre Silvano Toti, situato nel verde di Villa Borghese, il teatro realizzato dallo stesso Proietti. Ma i funerali verranno celebrati in chiesa.
Mattatore a teatro, showman assoluto, maestro per i più giovani, direttore e organizzatore, Gigi Proietti aveva pubblicato un’autobiografia dal titolo ‘Tutto sommato – Qualcosa mi ricordo‘ edito da Rizzoli. Tra i personaggi cinematografici, e non solo, che più sono rimasti nell’immaginario collettivo degli italiani come non ricordare lo straordinario Mandrake in ‘Febbre da cavallo‘, senza dimenticare Il maresciallo Rocca dell’omonima serie tv e il Gastone portato nei teatri di mezza Italia.
Una carriera infinita ha spaziato dal cinema al teatro, dall’Accademia al teatro d’avanguardia, dal teatro Tenda al varietà e alla tv, capace di attraversare oltre mezzo secolo di spettacolo italiano. A livello teatrale rimarrà per sempre indelebile il successo dello spettacolo ‘A me gli occhi, please‘.
Nato a Roma il 2 novembre 1940, appassionato musicista e cantante fin dalla giovinezza, durante l’università si avvicina al teatro sperimentale. Nel 1970 trionfa nel musical ‘Alleluja brava gente‘. Da allora, la sua carriera è contraddistinta da una serie di successi a teatro, al cinema e in televisione.
Eccellente doppiatore, ebbe l’onore di prestare la voce a grandi star hollywoodiane del calibro di Marlon Brando, Robert De Niro, Dustin Hoffman, ma anche del primo Rocky e del genio di Aladdin nel primo cartoon targato Disney. Poi regista e poeta teatrale.
In oltre 50 anni di attività ha collezionato 33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali di cui 37 da regista, oltre ad aver registrato 10 album come solista e diretto 8 opere liriche. Una carriera teatrale che aveva voluto riassumere in uno spettacolo, ‘Cavalli di battaglia‘, scelto per festeggiare nel 2016 i suoi 50 anni in scena coronati dalla direzione quindicennale dell’elisabettiano Globe Theater di Roma.
Anche se molto prima la sua scuola, e la sua vocazione di maestro, si era espressa al Brancaccio, di cui fu direttore dal 1978, insieme a Sandro Merli, per dare vita ad una fucina di talenti tra cui figurano Flavio Insinna, Chiara Noschese, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Massimo Wertmüller, Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli e Sveva Altieri.
”Raccontare la propria vita non é cosa da tutti – scrisse nella sua autobiografia – Certo, chiunque può ricordare gli episodi, cercare di storicizzare, fare riflessioni su come passa il tempo e come cambiano le cose. Ma l’odore della povertà misto a quello del sugo della domenica, i richiami delle mamme ai figli discoli che non tornano per cena, l’allegria irrecuperabile del mercato, le chiacchiere sui marciapiedi come li spieghi a chi non c’era? I ‘faccio un goccio d’acqua’ sui muri ancora freschi di calce, la partita a tressette, la vita in strada, le donne ai davanzali, le chiacchiere dei disoccupati… Tutto questo, come puoi farlo rivivere in chi legge?”, per arrivare a concludere che ”forse non è stato neppure come lo ricordi tu, perché nel ricordo hai enfatizzato qualcosa, e qualcos’altro hai rimosso”.
Tra gli ultimi ruoli cinematografici si ricorda il bellissimo cameo nel pluripremiato ‘Pinocchio‘ di Matteo Garrone, nel quale interpreta un magnifico Mangiafuoco. Questa pellicola non sarà l’ultima perché nonostante l’addio tornerà ancora una volta al cinema come protagonista del film ‘Io sono Babbo Natale‘, con Marco Giallini e la regia di Edoardo Falcone, la cui uscita è stata annunciata per il 3 dicembre (sempre se le sale riusciranno a riaprire).
Anche in questa occasione Gigi, alla anagrafe Luigi, ci saluterà come piaceva a lui: con un sorriso sulle labbra e senza prendersi troppo sul serio. Perché saper far ridere non vuol dire (come molti pensano) essere leggeri, ma talmente intelligenti e preparati da regalare qualche minuto di spensieratezza per allietare i cuori altrui. E in questo momento così delicato della nostra esistenza avere una qualità del genere è necessario come il pane.
Ti vogliamo salutare come facevi sempre tu: “Ciao core, buon viaggio!“
Carlo Saccomando