ROMA. Il calcio piange uno dei grandi protagonisti degli Anni Settanta: Felice Pulici. Il portierone che on la maglia della Lazio vinse lo scudetto, se ne è andato in silenzio, in punta di piedi. Così come ha sempre vissuto. Un’altra stella che si aggiunge al firmamento biancocelste. Pulici è mancato all’età di 73 anni dopo una lunga malattia. Alla Lazio in cinque campionati ha messo insieme 150 presenze consecutive. «Pu… Pu… Pulici», era un grido che saliva alto, quasi rabbioso. Più che un coro era un’invocazione, una preghiera di aiuto o un grazie urlato in coro da migliaia di laziali. Gli stessi che oggi lo piangono.
La sua carriera aveva avuto una svolta nel 1972 quando era passato dal Novara alla Lazio di Tommaso Maestrelli, da poco promossa in Serie A. Per cinque anni non ha saltato una sola partita, vincendo il campionato nel 1973-74. Da Roma si eratrasferito al Monza e all’Ascoli. Nel 1982 era tornato alla Lazio per una sola stagione, prima di ritirarsi.
Una volta appese le scarpette al chiodo Pulici è rimasto nella Lazio come allenatore della Primavera nel 1983. Poi, con l’arrivo di Giorgio Chinaglia alla presidenza biancoceleste, era entrato nella dirigenza biancoceleste come direttore generale. Per due volte era stato il responsabile del settore giovanile laziale: dal 1994 al 1998 e dal 2003 al 2004. Nel 2006 Claudio Lotito lo avava scelto come membro della segreteria generale e nell’agosto dello stesso anno Lotito gli aveva affidato la rappresentanza della società.