BRUXELLES – Sembra che il futuro a impatto climatico zero, perseguito dalla Commissione europea entro il 2050, sia ancora lontano. È saltato l’accordo al Consiglio europeo per un’Europa a zero emissioni nette, e cancellata, dopo ore di trattative, la data per la transizione a un’economia “climaticamente neutrale”. Alcuni Paesi dell’Est, tra cui Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, ed Estonia si sono opposti alla formulazione contenuta nella bozza di conclusioni. Il Pianeta esploderà? Secondo gli attivisti di Greenpeace Europa, che hanno proiettato sul Palazzo Berlaymont, sede del quartier generale della Commissione europea, un’immagine con l’appello rivolto ai leader Ue ad agire subito per l’emergenza climatica, potrebbe accadere. L’organizzazione chiede maggiore ambizione nella strategia futura dell’Ue sui cambiamenti climatici.
Era il 28 novembre 2018 quando fu presentata la visione strategica a lungo termine per un’economia prospera, moderna, competitiva, e climaticamente neutra entro il 2050, e l’Europa si prefiggeva di avere un ruolo guida in merito. I mezzi attraverso cui raggiungere l’obiettivo zero emissioni erano rappresentati dagli investimenti in soluzioni tecnologiche realistiche, coinvolgendo i cittadini e armonizzando gli interventi in settori fondamentali, quali la politica industriale, la finanza, o la ricerca, garantendo nel contempo equità sociale per una transizione giusta.
In linea con l’accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura mondiale ben al di sotto di 2°C, proseguendo gli sforzi per far perdurare tale valore a 1,5°C, la Commissione europea aveva ascoltato in questo senso gli inviti formulati dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo. Solo tre giorni fa, in vista dell’incontro svoltosi ieri, 20 giugno 2019, a Bruxelles, il vice presidente nazionale di Legambiente Edoardo Zanchini commentava: «Il piano italiano è nelle condizioni non solo di attuare le raccomandazioni della Commissione senza grandi sforzi, ma soprattutto di mettere in campo un’azione climatica più ambiziosa in grado di far fronte concretamente all’attuale emergenza climatica. Il messaggio chiaro che viene dalla Commissione è che serve maggiore ambizione per tradurre in realtà gli impegni dell’Accordo di Parigi. I piani nazionali, da completare entro la fine dell’anno, vanno rivisti in coerenza con le strategie nazionali di lungo temine che dovranno allinearsi alla strategia europea».
Simona Cocola