L’Italia era appena stata colpita qualche mese prima, il 6 aprile 2009, dal terremoto dell’Abruzzo, quando tocca ad Haiti subire la furia della natura: il 12 gennaio 2010 una scossa sismica di magnitudo 7.0 Mw provoca una catastrofe nello splendido arcipelago caraibico. L’epicentro del terremoto è localizzato a circa 25 chilometri in direzione ovest-sud-ovest della capitale Port-au-Prince. La scossa principale si verificata alle ore 16.53 locali a 13 km di profondità. Lo United States Geological Survey (USGS) registrato una lunga serie di repliche nelle prime ore successive al sisma, quattordici delle quali di magnitudo compresa tra 5,0 e 5,9 Mw.
Al momento in cui si verifica, è il terremoto con il più alto numero di morti secondo solo al Terremoto dello Shaanxi. A causa della povertà e dell’isolamento del Paese e in seguito a gravi danni alle infrastrutture di comunicazione, non è possibile definire con certezza il numero di vittime. Quelle stimate al 24 febbraio 2010 sono 222.517, ma secondo alcune fonti avrebbero superato le 300 mila. Secondo la Croce Rossa Internazionale e l’ONU, il terremoto sconvolge comunque la vita a più di 3 milioni di persone.
I primi a prestare soccorso ai sopravvissuti, che scavavano a mani nude alla ricerca dei propri cari sotto le macerie, sono venezuelani e cubani (questi ultimi già presenti nel paese con una missione medica), cui si aggiungono in seguito volontari di molte altre nazioni.