E’ il 7 gennaio 2005. Mancano pochi minuti alle 13. La nebbia è fittissima nella pianura padana. Il treno interregionale IR 2255, proveniente da Verona e diretto a Bologna, che trasporta circa 200 passeggeri, all’altezza della ex stazione di Bolognina di Crevalcore (Bo), si scontra frontalmente con il treno merci 59308 proveniente da Roma che procede in senso contrario.
Quel tratto ferroviario ha un solo binario, lo schianto è inevitabile. A seguito dell’impatto, la locomotiva del treno merci, la semipilota e la seconda carrozza passeggeri del treno interregionale vengono completamente sventrate e distrutte. L’incidente provoca la morte di 17 persone, tra cui i macchinisti dei due treni; molte altre (almeno ottanta) rimangono ferite nello scontro. Le operazioni di soccorso durano fino al mattino seguente.
L’incidente crea non poche polemiche proprio perché la ferrovia Bologna-Verona, nonostante la sua importanza quale via di comunicazione internazionale, asia ancora per circa due terzi del suo percorso a binario unico. Proprio in seguito a questo incidente, si è proceduto al raddoppio dei binari della Ferrovia Bologna-Verona: i lavori sono stati completati tra il 2007 e il 2008.
Il processo per stabilire le responsabilità si è concluso nel 2011 con l’archiviazione per i vertici di RFI e sette avvisi di conclusione delle indagini in quanto è stato riconosciuto il doppio errore umano dei ferrovieri alla guida del treno passeggeri, che forse a causa della fittissima nebbia non hanno visto due segnali rossi. I familiari delle vittime hanno criticato duramente la sentenza