Pochi lo sanno, ma il primo presepe vivente risale al 1223. Fu realizzato a Greccio, un piccolo centro in provincia di Rieti, incastonato tra le rocce a 700 metri di altezza. E ad idearlo fu San Francesco d’Assisi, con l’aiuto di Giovanni Velita, il castellano del paese.
Quattordici anni prima, Francesco si era recato per la prima volta nel piccolo centro rietino. Il santo era riuscito a mettere fine alla gravi calamità che si erano abbattute sul paese (tra cui gli assalti dei lupi) e si era costruito una capanna sul Monte Lacerone dove nel 1712 sarebbe stata edificata una cappella commemorativa.
In quegli anni Francesco conquistò le simpatie del nobile Giovanni Velita, che divenne uno dei migliori amici del santo, tanto da chiedergli di avvicinarsi alla città per permettere a tutti di poter ascoltare la sua parola.
Il desiderio di rievocare la nascita di Gesù maturò nel 1223, dopo il viaggio che San Francesco fece in Palestina. Il suo intento era quello di far capire ad un popolo rozzo e lontano dagli insegnamenti cristiani, l’evento misterioso della nascita di Gesù. Tra l’altro, al santo Greccio ricordava Betlemme. Il poverello di Assisi chiese così al nobile amico di scegliere una grotta, facendo costruendo una mangiatoia e conducendovi un bue ed un asinello. Secondo le agiografie, durante la Messa natalizia sarebbe apparso nella mangiatoia un bambino, che San Francesco avrebbe stretto tra le braccia.
Il 24 dicembre 1223 nacque così il primo presepe vivente della storia, che ha reso celebre in tutto il mondo il borgo di Greccio. Oggi il presepe, che viene curato dalla Pro Loco, comprende 6 quadri viventi: ogni dettaglio è curato minuziosamente, a partire dai costumi dell’epoca, presi in prestito dal Teatro dell’Opera di Roma. Alcuni dei dialoghi sono stati estrapolati dai testi del primo biografo di San Francesco, Tommaso Celano, mentre la suggestiva scenografia è resa ancora più magica dalla bellezza dei luoghi: uno spettacolo davvero unico al mondo.