Il 19 dicembre 1935 in Inghilterra viene commercializzato il primo slip (dalla voce inglese che suona come scivolare), un nuovo modello di mutanda, sgambata ed attillata con un elastico in vita, destinato a spopolare presto in tutto il mondo. Se torniamo indietro di quasi 35 secoli, un indumento intimo di forma triangolare, simile agli slip, era già presente nel guardaroba del faraone Tutankhamon. Tuttavia, per lo slip come lo conosciamo oggi tuttavia occorre andare al 1906, anno in cui venne pubblicizzato all’interno di un catalogo di moda un tipo di biancheria intima maschile in maglia, corta e aderente, adatto a chi pratica sport. Si tratta comunque di una iniziativa sporadica, circoscritta in un ambito locale.
Il vero e proprio boom dello slip scoppia in America nel 1935, quando un modello con apertura a Y viene esposto, precisamente il 19 dicembre, in una vetrina di Chicago: in pochi giorni vengono venduti 600 pezzi, e in tre mesi ben 30 mila Divennero popolarissimi a partire dal 1948, quando ogni membro della delegazione olimpica britannica ricevette un paio di slip gratis. Pochi anni dopo, complice la Seconda Guerra Mondiale, gli americani abbandonano del tutto i loro vecchi union suit, tute di maglia che coprivano tutto il corpo, sostituendole con questo nuovo indumento.
In quanto all’Europa, la moda scoppia alcuni anni dopo e occorrerà addirittura aspettare il 1967 per vedere la pubblicità diretta in tv. In quell’anno il governo francese autorizza il passaggio di spot riguardanti questa innovativa mutanda alla televisione senza problemi di censura.
In termini di dimensioni , anche la biancheria femminile si riduce: dalle culottes d’anteguerra si passa agli slip, analoghi a quelli maschili, quindi a tanga e perizomi sempre più simili a fili interdentali.
Piero Abrate