Il padre della neonata è stato ucciso dai talebani nell'aeroporto di Kabul, con l'accusa di aver collaborato con le forze miltari straniere.
Da una nuova vita può nascere la speranza. È la prima considerazione che viene in mente pensando alla vicenda di Hina, la prima bimba profuga dall’Afghanistan a essere nata in Italia. La neonata è stata data alla luce all’ospedale di Sulmona da una donna scappata dall’escalation di orrori che si stanno perpetuando nella Repubblica Islamica. La piccola pesa tre chilogrammi ed gode di ottima salute. ‘Hina’ in arabo significa fragranza.
La mamma di questo miracolo della natura è una 32enne afghana, Bibi Arezu, ospite da qualche giorno nella base militare di Roccaraso. La donna, che non parla italiano, è stata aiutata da un mediatore culturale che l’ha assistita durante tutte le fasi del parto. “È stato un parto non facile soprattutto perché dovevamo coordinarci con il mediatore culturale. Ma alla fine ci siamo tutti commossi“, raccontano a Il Messaggero medici e infermieri del punto nascita.
Il mediatore culturale ha specificato che la donna preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione perchè è ancora un po’ spaventata e per parlare deve chiedere l’autorizzazione ai genitori o ai suoceri, che attualmente si trovano a Roccaraso.
La storia di questa madre è drammatica, così come quella di tanti altri connazionali. Poco prima di partire per l’Italia la sua casa è stata data alle fiamme dai talebani e gli stessi hanno fucilato il marito all’aeroporto di Kabul con l’accusa di aver collaborato con le milizie straniere.
La foto di Hina ha fatto il giro del web grazie alla pagina Facebook della Croce Rossa Italiana che in un post scrive: “Dalla paura per la fuga alla gioia per una nuova vita che nasce Lei è la piccola Hina, figlia di una delle donne afghane riuscite a fuggire da Kabul negli scorsi giorni. In Italia è stata accolta in una struttura militare a Roccaraso, in Abruzzo, seguita da volontari e operatori CroceRossa, a cui si è legata al punto da volerli con sé anche in sala parto“.
“È stata una grande emozione, mamma e figlia stanno bene“, hanno aggiunto gli operatori della Red Cross italiana presenti in ospedale, “Hina l’abbiamo soprannominata la nipote della Croce Rossa“.