Apricale è uno dei meravigliosi borghi medioevali incastonati nelle rigogliose colline dell’entroterra del Ponente Ligure a pochi chilometri da Bordighera e Ventimiglia, tra vigneti e uliveti. Un luogo arroccato su uno sperone e sempre baciato dal sole, nel quale le case sono tutte in pietra e le stradine sono carugi, gli stretti vicoli ombrosi tipici della Liguria.
Salendo alla volta del paese se ne scorge, aggrappato ad un poggio, l’abitato situato a 13 chilometri dal mare. Circondato dai boschi è infatti in cima a colle assolato, lungo il quale l’abitato è disposto a cascata. Caratteristica che ha ispirato la fantasia degli artisti, oltre ad incantare i turisti che si arrampicano fin qui per godere della sua singolarità. Tutto il borgo antico di Apricale si snoda tra infinite viuzze di pietra, che sono un perfetto esempio di carugi, un vanto per tutta la Liguria, e un elemento che ormai la contraddistingue sia in Italia che all’estero.
La Torracca, come si chiama la sua piazza principale, conserva alcuni edifici storici di grande valore culturale, il più importante dei quali è il famoso Castello della Lucertola, eretto nel X secolo dai Conti di Ventimiglia. Una vera fortezza militare poi passata ai Doria e infine tornata nelle mani del Comune. Dalla piazza centrale partono i due quartieri, l’abrìgu e l’ubàgu, rispettivamente a sud e a nord, straordinari nuclei dove vicoli, stradine, scalinate e passaggi coperti ci portano a scoprire nuovi scorci, angoli ricchi di poesia, tra ristorantini, botteghe e locande, respirando l’aria di un tempo.
Oltre al Castello della Lucertola, nel storico e culturale del borgo troviamo la chiesa Parrocchiale della Purificazione, anch’essa affacciata sulla Torracca e risalente al XII secolo. Alla fine del Settecento fu rinnovata in stile barocco, ma attualmente presenta una facciata neoromanica costruita quasi un secolo fa.
Da vedere anche il museo di storia apricalese che ospita numerose e interessanti rassegne (in particolare d’estate); la chiesa di Santa Maria degli Angeli, situata nella parte bassa, che custodisce affreschi del Quattrocento; l’Oratorio di San Bartolomeo, che conserva un polittico in legno del 1544; infine, la Chiesa di Sant’Antonio, di origine duecentesca, che è stata edificata sui resti di un antico tempio romanico.
Ad Apricale non ci si può dimenticare della buona tavola, dei ristoranti che propongono la cucina tipica dell’entroterra imperiese: alla base dei sapori c’è l’ottimo olio delle alture che fanno da cornice a questo paese gioiello immerso nei boschi di castagni.
Una curiosità, per concludere: nel 2000 l’artista Sergio Bianchi tenne una mostra nel Castello dedicata alla mancanza di gravità e a titolo dimostrativo fissò una bicicletta alla torre. Alla conclusione della mostra la bici non è mai stata tolta e negli anni è diventata un po’ il simbolo di Apricale.
Piero Abrate