SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il primo bilancio del progetto “A pesca di Plastica” a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) ha permesso di recuperare sei tonnellate di rifiuti strappate ai fondali adriatici, di cui più del 20% potenzialmente riciclabili. Quaranta pescherecci della località marchigiana si sono adoperati, raccogliendo in sei settimane tre tonnellate di plastica, e altrettante tra metallo, vetro, gomma, e tessuto. La notizia positiva è che il 22% dei rifiuti raccolti è potenzialmente recuperabile (12% imballaggi in plastica, 5% ferro, 3% vetro, e 1% alluminio). E l’iniziativa è stata così importante da far decidere a pescatori e partner di proseguire proseguire la bonifica dei fondali fino al 15 agosto, quando la pesca verrà sospesa per il fermo annuale.
I rifiuti, una tonnellata a settimana, sono stati analizzati e differenziati dalle aziende di gestione dei rifiuti PicenAmbiente e Garbage Service, il Comune di San Benedetto, e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, con il coordinamento della Capitaneria di Porto e MedSharks, e il supporto di Cnh Industrial e Fpt Industrial. Il 53% del materiale è plastica – tra cui buste, imballaggi alimentari, bottiglie, flaconi, piatti e bicchieri usa&getta -, il 13% tessile, l’11,5% metallo e gomma, il 4,6% vetro, e il 4% misto. Il 34% del totale della plastica proviene dalla pesca: lenze, cime, galleggiati, reti perse o abbandonate, e retine per l’allevamento delle cozze. Dalla navigazione deriva il 28% dei rifiuti, come latte metalliche di vernice, filtri e guarnizioni per i motori, cerate e stivali, guanti da lavoro, imballaggi alimentari.
L’iniziativa A pesca di Plastica coinvolge anche il Ministero dell’Ambiente e il Parlamento italiano, che seguono con particolare attenzione questa sperimentazione, la prima dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri del disegno di legge “Salva Mare”. La relatrice della legge Salva Mare, on. Paola Deiana, ha inviato un messaggio ai pescatori: «I risultati della vostra sperimentazione forniranno informazioni preziose per mettere a punto la legge che consentirà a tutti i pescatori italiani di smaltire i rifiuti raccolti dai fondali. Ringrazio quindi voi e tutti i partner del progetto per il vostro impegno nella salvaguardia dell’ambiente marino».
Il progetto nasce come naturale evoluzione della giornata di pesca dei rifiuti, organizzata lo scorso anno, quando dodici pescherecci sbarcarono 385 chili di rifiuti. L’obiettivo, oltre a liberare i fondali adriatici da molte tonnellate di rifiuti, è di recuperare le informazioni quali-quantitative ed economiche necessarie per superare la fase sperimentale, condividendo in questo modo il “modello San Benedetto” con le Autorità a livello regionale, nazionale, ed europeo al fine di consentire ai pescatori di effettuare le attività di pesca di rifiuti in modo continuativo.
Simona Cocola