TORINO. Tutti abbiamo ancora negli occhi della sera del 3 giugno 2017, le immagini di una folla che si muoveva come un onda impazzita urlando alla ricerca di una via di fuga, un’onda che travolgeva, schiacciava, si feriva cercando di lasciarsi alle spalle piazza San Carlo, correndo, spingendosi su un tappeto di cocci di bottiglie. Quella stessa piazza dove sino a pochi minuti prima c’erano volti sorridenti e attenti a seguire sul maxi schermo la finale di Champions fra Juve e Real Madrid. Le ragioni del disastro le conosciamo bene, un gruppo di delinquenti nordafricani, guidati da un certo “budino” aveva pensato bene di introdursi in piazza per fare delle rapine usando spray al peperoncino. Urla spintoni, grida di allarme ed è scoppiato il caos.
Le immagini successive erano quelle di persone in lacrime, feriti sanguinanti sorretti…a terra sciarpe, scarpe, borselli, bandiere e sangue tanto sangue. Ma c’è un altro aspetto sul quale si sono , giustamente, concentrati gli inquirenti. L’assenza di vie di fuga dalla piazza, il vero motivo di due morti e dei tanti ferimenti. Uscire dalla piazza quasi del tutto “sigillata” era difficilissimo uscirne poi il caos ha reso tutto più difficile. Comunque finalmente il processo pare in dirittura di arrivo. Sono state completate le trattative per il risarcimento di alcune decine di persone rimaste ferite, a Torino, nel caos scoppiato in piazza San Carlo il 3 giugno 2017 durante la proiezione su maxi-schermo della finalissima di Champions League. Un evento drammatico, che ha portato anche alla morte di Erika Pioletti e Marisa Amato, decedute a seguito delle ferite riportate dopo che si era scatenato il fuggi fuggi generale, in una piazza che conteneva almeno 30 mila persone. “È stata un’inchiesta eseguita in tempi molto veloci, nonostante qualche quotidiano abbia detto il contrario” hanno sottolineato in Procura , un’inchiesta sui due filoni di indagine. Infatti oltre a quello inerente le cause che scatenarono il panico, gli inquirenti hanno indagano sull’omessa predisposizione delle misure di sicurezza, che ha coinvolto amministratori pubblici, funzionari e amministratori di aziende private.
La Procura, a questo riguardo ha emesso 15 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, notificati tra gli altri alla sindaca Chiara Appendino e all’ex questore Angelo Sanna. Sette, invece, le posizioni per cui i magistrati hanno chiesto l’archiviazione, fra cui quella del prefetto Renato Saccone. L’udienza preliminare riprende oggi a Palazzo di Giustizia e nell’occasione, secondo quanto è stato anticipato, saranno formalizzate le revoche di costituzione a parte civile. Fra gli imputati del procedimento figurano, appunto, la sindaca, Chiara Appendino, e l’allora questore Angelo Sanna, chiamati in causa per le carenze nell’organizzazione e nella gestione dell’evento in piazza. Le trattative con le ‘persone offese’ riguardano la Città di Torino e l’agenzia Turismo Torino per il tramite delle assicurazioni Unipol e Reale Mutua.