Il fisico teorico è il ventesimo italiano a conquistare questo ambito premio, mentre nel campo della Fisica si tratta del sesto riconoscimento ottenuto da un connazionale.
Il 2021 rimarrà senza ombra di dubbio un’annata da ricordare per l’Italia sia per l’inizio delle somministrazioni del vaccino anti Covid-19, l’immunizzazione ci ha permesso di combattere l’epidemia e di tornare gradualmente alla normalità, che per i successi conseguiti in diverse discipline sportive a livello europeo e internazionale. Senza dimenticare la vittoria conseguita otto giorni fa al campionato del mondo di pasticceria.
Anche nel campo della ricerca scientifica quest’anno sarà ricordato per sempre nella storia grazie al prezioso contributo di Giorgio Parisi, che quest’oggi è stato insignito del Premio Nobel per la Fisica 2021. Il fisico teorico dell’Università Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei, è stato premiato per i contributi innovativi alla comprensione di sistemi fisici complessi, in particolar modo “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici, dalla scala atomica a quella planetaria“.
Parisi ha diviso il Nobel per la Fisica a metà con altri due ricercatori, il giapponese Syukuro Manabe e il tedesco Klaus Hasselmann, premiati per le loro ricerche sui modelli climatici e il riscaldamento globale.
Dopo l’assegnazione del Nobel il 73enne italiano, in collegamento con l’Accademia delle Scienze di Stoccolma, ha espresso la propria felicità per la conquista di un premio che non si aspettava, ma nello stesso tempo ha colto l’occasione per un appello sull’emergenza climatica: “È chiaro che per la generazione futura, dobbiamo agire ora in modo molto rapido“
In un’altra intervista rilasciata all’Ansa Parisi ha asserito che tanti altri ricercatori italiani avrebbero meritato il Nobel nella fisica e in altre discipline: “Sarebbe dovuto andare anche a Nicola Cabibbo, mi dispiace che le scelte della Fondazione Nobel non siano andate in questa direzione. È un riconoscimento importante per la scienza italiana“. Infine ha sottolineato l’importanza della ricerca nel nostro Paese, definita “fondamentale per creare il futuro” e si è augurato che venga finanziata a dovere perchè “investire sulla ricerca significa investire sui giovani“.
Giorgio Parisi è fisico teorico presso l’Università La Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) ed è stato Presidente dell’Accademia dei Lincei dal 2018 al 2021. Nato nel 1948 a Roma, dopo la laurea ha iniziato la sua carriera scientifica nei Laboratori Nazionali di Frascati dell’Infn, prima come membro del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) (1971-1973) e poi come ricercatore dell’Infn (1973-1981).
Intorno al 1980 scoprì modelli nascosti in materiali complessi disordinati. Le sue scoperte sono tra i contributi più importanti alla teoria dei sistemi complessi. Consentono di comprendere e descrivere molti materiali e fenomeni diversi e apparentemente del tutto casuali, non solo in fisica ma anche in altre aree molto diverse, come la matematica, la biologia, le neuroscienze e il machine learning.
In carriera ha vinto due finanziamenti del Consiglio Europeo delle Ricerche (Erc) e alcuni fra i premi scientifici più prestigiosi, come la Medaglia Boltzmann (1992), la Medaglia Dirac per la fisica teorica (1999), la Medaglia Max Planck (2011), il premio Wolf (2021). Sono considerati determinanti i suoi contributi scientifici in diverse aree della fisica: dallo studio delle particelle elementari alla meccanica statistica e alla fluidodinamica, dalla materia condensata ai supercomputer.
Nel segno del 21: grazie al riconoscimento di Giorgio Parisi l’Italia nel 2021 ottiene il 21esimo Nobel dalle origini di questo premio, assegnati a 19 uomini e 2 sole donne. I primi italiani in assoluto a conquistarlo furono Giosuè Carducci, nella Letteratura, e Camillo Golgi, nella Medicina, entrambi nel 1906. Oltre a Carducci nel campo letterario hanno conquistato questa importante onorificenza mostri sacri come Grazia Deledda (1926), Luigi Pirandello (1934), Salvatore Quasimodo (1959), Eugenio Montale (1975) e ultimo in ordine cronologico Dario Fo (1997).
Nella Medicina altri cinque connazionali hanno ottenuto il Nobel: Daniel Bovet (1957), Salvatore Luria (1969), Renato Dulbecco (1975), Rita Levi-Montalcini (1986) e Mario Capecchi (2007). Grazie a Parisi i Nobel per la Fisica raggiungono quota sei: Gugliemo Marconi (1909), Enrico Fermi (1938), Emilio Segrè (1959), Carlo Rubbia (1984) e Riccardo Giacconi (2002). Infine gli unici italiani a conquistare il Nobel per la Pace, per la Chimica e per l’Economia sono stati rispettivamente Ernesto Teodoro Moneta (1909), Giulio Natta (1963) e Franco Modigliani (1985).
Va evidenziato che l’ultimo Nobel assegnato a un ricercatore nato in Italia è quello del 2007 a Mario Capecchi, attivo però negli Stati uniti, ma per risalire a un ricercatore italiano che ha svolto in Italia la maggior parte del lavoro bisogna risalire a ben 58 anni fa, al Nobel per la Chimica assegnato nel 1963 a Giulio Natta.