In occasione della “Giornata mondiale dei ranger”, che ricorre ogni 31 luglio su iniziativa dell’International Ranger Federation, il coordinatore del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) del Great Apes Survival Partnership, Johannes Refisch rivela che se il numero dei gorilla di montagna è raddoppiato negli ultimi 30 anni, e neanche uno è stato ucciso negli ultimi dieci, lo si deve ai ranger.
Il lavoro di queste persone è molto importante per la conservazione della natura e la lotta al bracconaggio, ma anche molto pericoloso viste le centinaia di ranger uccisi nel contrasto all’illegalità. «Non dovremmo dimenticare l’importante lavoro dei ranger nei parchi della Repubblica Democratica del Congo: Garama, Virunga, Maiko e Kahuzi-Biega. Il solo parco Virunga ha perso duecento ranger in venti anni. I ranger stanno contribuendo a consolidare la pace ambientale», ricorda Refisch.
Ne sa qualcosa il ranger Davide Bomben, torinese, classe 1978, che in “Sulla pista degli elefanti – la mia vita in difesa dell’Africa”, edito da Longanesi, ha spiegato la sua battaglia contro l’uccisione e il commercio di alcune tra le specie animali africane più a rischio. Attualmente Bomben, che ha conosciuto l’Africa da bambino, addestra i nuovi ranger con la sua “Poaching Prevention Academy“.
«A dodici anni – dice il ranger – mio padre mi portò nell’orfanotrofio di rinoceronti in Zimbabwe, e mi fece accarezzare una rinocerontessa adulta, orfana, abituata alla presenza umana. Quando smisi di accarezzarla, l’animale si girò di scatto, mi superò, e si mise davanti a me. Pensai volesse farmi del male, ma mi sbagliavo: il pachiderma si appoggiò a me con gentilezza per farsi ancora accarezzare. La commozione fu tale da farmi decidere seduta stante quale sarebbe stato il mio futuro».
I ranger addestrati da Bomben valutano il rischio di bracconaggio dei parchi e delle riserve proponendo delle soluzioni, forniscono formazione ed equipaggiamenti per combattere i bracconieri, e offrono personale addestrato per effettuale servizi di controllo e gestione di unità anti bracconaggio. I ranger lavorano su turni, pattugliando i perimetri di parchi e riserve, o le carrabili, camminando anche 14 chilometri al giorno, o guidando per coprire distanze dieci volte superiori. «I momenti più difficili per noi sono i giorni prima e dopo la luna piena, quando solitamente i bracconieri colpiscono agevolati dalla luce lunare», afferma Bomben.
Simona Cocola