Il mouse compie 50 anni. Mezzo secolo di storia per il “topolino” più famoso nel mondo dell’informatica e per la quale ne ha rivoluzionato l’interazione uomo-computer. Un oggetto che vive da protagonista nella nostra vita, lavorativa e privata, e che ha visto un evoluzione repentina con l’avvento dei sistemi ottici e di quelli bluetooth e wireless per quanto concerne la connettività.
Malgrado siano ormai davvero tante le alternative, dai trackpad alle tavolette grafiche, dai movimenti gestuali alla voce, il mouse rimane uno strumento indispensabile. Al punto che molti si portano dietro sempre il proprio.
I documenti ufficiali attribuiscono l’invenzione all’ingegnere Douglas Engelbart, che nel 1963 iniziò a lavorare su un dispositivo di puntamento basato su due ruote che, a contatto con la superficie di lavoro, potevano registrare i movimenti della mano in orizzontale e in verticale. I dispositivi pensati per traslare su uno schermo gli spostamenti delle mani sui due assi non mancavano già allora, ma il gadget che stava prendendo forma nei progetti di Engelbart aveva caratteristiche particolari: poteva stare in una mano sola e a differenza di un pennino non aveva bisogno di supporti.
Il nome del gadget non è stato coniato però da Engelbart, ma dal suo collega e co-creatore Bill English, che si è occupato di costruire fisicamente il dispositivo. In una descrizione fornita nel 1965, il gadget viene definito per la prima volta in questo modo, probabilmente per via del fatto che il corpo tozzo e il cavo frontale ricordavano effettivamente la fisionomia di un topo. Nel lontano 1967 Engelbart inoltrò la richiesta di registrare il suo dispositivo — un blocco di legno ben poco ergonomico, con due diverse ruote in metallo e un vistoso pulsante in cima — all’ufficio brevetti statunitense.
La registrazione risale esattamente al 17 novembre 1970 — data che in molti considerano quella ufficiale di nascita del dispositivo. Ci vollero però ancora altri anni prima che il mouse diventasse ubiquo nel mondo dell’informatica: nonostante lo Xerox Alto del 1973 venga riconosciuto come uno dei primi computer a utilizzare un mouse, dovettero arrivare gli anni ’80 perché arrivassero sul mercato i primi computer commerciali in grado di diffondersi veramente.
Dallo Xerox 8010 all’Apple Lisa, passando per il supporto di sempre più realtà del mondo informatico come Microsoft, i dispositivi che hanno portato il mouse nelle prime case sono stati in realtà il Macintosh 128K nel 1984 e il computer domestico Amiga 1000 insieme al rivale Atari ST, l’anno successivo.
Tutto il resto è storia. Con l’evolversi della tecnologia il mouse ha tenuto il passo, modificandosi nel design, nella precisione, nell’ergonomia, nel metodo di contatto con la superficie di lavoro, nella tecnologia di comunicazione con i computer supportati e nel numero, nelle dimensioni, nella tipologia e nelle funzionalità dei tasti. Negli ultimi due decenni il mouse ha sofferto la concorrenza di touch screen, trackpad e pennini, ma rimane ancora oggi il metodo più preciso per comunicare con i computer di miliardi di persone.