“Il virus è un treno che corre, oggi c’è bisogno di ulteriori riduttori della velocità”, altrimenti “questo treno rischia di travolgerci”. Questa alcune delle affermazioni del premier Giuseppe Conte in videocollegamento con il food festival organizzato dal Corriere della Sera. “Non stiamo dando schiaffi a nessuno. Non c’è una deliberata volontà di penalizzare qualcuno”, ha sottolineando il capo del governo commentando le misure del nuovo Dpcm entrate in vigore da oggi.
“Se riusciamo a intervenire riusciremo ad affrontare le settimane che verranno con un margine di serenità. – prosegue il presidente del Consiglio – Non ho mai detto che faremo veglie e cenoni, ma se riusciamo a contenere la curva dei contagi possiamo far ripartire i consumi sotto Natale e sarebbe utile per tutti”.
Rispondendo poi allo chef stellato Massimo Bottura, anch’egli presente all’evento, ha assicurato che durante la stesura degli ultimi due Dpcm ha lavorato alacremente per reperire le risorse necessarie per aiutare le categorie più penalizzate dai provvedimenti, ristoratori e non solo.
Nel Consiglio dei ministri di oggi entreranno le misure del dl ristori bis: “Ci siamo accorti che i ristori erano modesti e li abbiamo moltiplicati – sottolinea Conte, che aggiunge – Chi li ha già ricevuti li può raddoppiare fino al 200%. Ci siamo affidati a un meccanismo gestito dall’Agenzia delle entrate per agire nel modo più rapido possibile” e “in un paio settimane accreditare le somme. Serve liquidità, ce ne rendiamo conto”.
Nel decreto ristori bis il premier annuncia che saranno inserite nuove misure paracadute: un ‘fondo ad hoc’ che metterà a disposizione nuove risorse in caso di variazioni tra zone gialle, arancioni e rosse, la sospensione della seconda rata Imu, il credito di imposta al 60% sugli affitti, di ottobre, novembre, dicembre, lo stop dei contributi previdenziali per i dipendenti e il rinvio dei versamenti per chi ha gli Isa (indici sintetici di affidabilità).
Mentre allo stato attuale sarebbe utopico pensare alla possibilità di rimodulare l’Iva al 4% in quanto prevederebbe un’esposizione di spesa estremamente eccessiva per il Paese.
Remota anche la possibilità di sospendere a dicembre il versamento degli acconti 2021: “Valutiamo con il Mef, si tratta di soldi importanti e dobbiamo entrare nell’ottica che lo Stato è un’azienda, che riceve entrate e quando genera flussi di casse può generare uscite, non tiene i soldi per sé. Noi abbiamo fatto uno scostamento di bilancio di 20 mld, siamo andati in deficit proprio per sostenere le misure per fronteggiare il Covid.”
“Differire tutti i flussi di cassa significa anche compromettere i flussi in uscita. – spiega il premier, che conclude chiedendo pazienza e tempo ai cittadini – Adesso dateci il tempo per vedere cosa possiamo fare, stiamo facendo tutto il possibile e continueremo a farlo”.
Carlo Saccomando