MANTOVA. Forse non tutti lo sanno, ma la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di siti Unesco. E tra questi spicca Mantova che, presente sulla lista insieme alla vicina Sabbioneta, è certamente una delle città lombarde più scenografiche e ricche di punti di interesse storico e paesaggistico. Sviluppatasi in epoca rinascimentale al cospetto della nobile famiglia Gonzaga, la città cela sotto il suo velo di apparente tranquillità e compostezza, un’incredibile offerta artistica e culturale.
Un importante passato ha lasciato eredità notevoli da un punto di vista artistico, storico e culturale. La culla dei Gonzaga rientra pertanto a pieno titolo tra le città d’arte più interessanti del Belpaese e può essere tranquillamente girata a piedi, di piazza in piazza a caccia di tesori. I punti di interesse essendo per lo più concentrati in un’area piuttosto delimitata, consente di visitare Mantova anche in una sola giornata.
Forse lo sanno in pochi, ma Mantova è una città costruita intorno a tre laghi alimentati dal fiume Mincio. Questo la rende una vera città d’acqua al centro della Pianura Padana, con un panorama urbano straordinario, soprattutto se visto dal Ponte di San Giorgio. Forse questo è il modo migliore per iniziare la visita della città lombarda, per poi avvicinarsi lentamente alla bellezze di questo gioiello d’arte e architettura italiana.
Il patrimonio artistico vanta tra i propri simboli Palazzo Ducale, la residenza principale dei Gonzaga. Nelle oltre 500 stanze che il formano Palazzo Ducale di Mantova, la famiglia Gonzaga visse e governò dal 1328 al 1707, cioè fino a quando il duca Ferdinando Carlo fu costretto all’esilio. Quella che per molti è una Reggia, di pari dignità di quelle di Parigi, Vienna o Caserta, è il risultato della fusione cinquecentesca di più edifici disposti tra il Lago Inferiore e Piazza Sordello. Il nucleo originario sono il Palazzo del Capitano e la Magna Domus edificati dalla famiglia Bonacolsi. Con l’arrivo dei Gonzaga questi edifici si integrarono con nuove costruzioni, fino a formare la Corte Vecchia. Nel 500 si aggiunge il Castello di San Giorgio dove si trova la celebre Camera degli Sposi di Mantegna (vedi punto 4). Dal 1480, addossata alla Corte Vecchia viene edificata la Domus Nova e il Palazzo Ducale prende l’aspetto definitivo che ha oggi. Purtroppo della sontuosità degli interni resta ben poco: con la fine delle fortune familiari, i Gonzaga furono costretti a vendere opere e arredi. Il resto lo fecero le armate napoleoniche in Italia. Ancora visibile, per fortuna, la Famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità di Rubens.
Colpiti dalla maestosità di Palazzo Ducale, non si può che rimanere affascinati anche dalla raffinatezza di Palazzo Te, che contrariamente a quello che alcuni pensano, non ha nulla da spartire con la famosa bevanda, ma trae origine dal nome di un’isola, chiamata Teieto, poco distante da quella più grande e su cui sorse poi Mantova. Agli inizi del 1500 Francesco Gonzaga fece costruire una piccola casa padronale e delle stalle per godersi la tranquillità dell’isola. Fu solo nel 1524, quando Federico II Gonzaga si entusiasmò per un progetto di Giulio Romano, che iniziò la costruzione del Palazzo Te così come lo vediamo oggi. Il Palazzo abbaglia: dalle facciate, all’esedra, alle infinite sale che si susseguono in una stupefacente sequenza di simboli e riferimenti alla vita dei Gonzaga e alla politica del tempo. Il culmine artistico si raggiunge nella Camera dei Giganti, un ciclo pittorico che per bravura tecnica e capacità innovativa è stato per molto tempo ineguagliato.
La piazza più grande ed importante di Mantova è dedicata al poeta trovatore Sordello ma per secoli si è chiamata Piazza San Pietro. Piccolo gioiello di armonia, Piazza Sordello è il luogo dove Mantova è stata fondata e in cui la bellezza della città lombarda trova la sua sintesi migliore.
Il Duomo è la chiesa più importante della città, anche se non bella quanto la vicina Sant’Andrea. All’interno sono seppelliti i più importanti membri della famiglia Gonzaga. Accanto al Duomo c’è la Torre che si trova in fondo alla piazza, mentre da sinistra si susseguono il Palazzo Vescovile, Palazzo degli Uberti col suggestivo vicolo Bonacolsi, Palazzo Castiglioni e il Palazzo Acerbi con la Torre della Gabbia. Dall’altro lato della piazza si stagliano le suggestive sagome del Palazzo del Capitano e della Magna Domus, nucleo originari del Palazzo Ducale.
Da non perdere è anche la Chiesa di Sant’Andrea, dove la tradizione vuole sia custodita la terra con il sangue di Cristo che Longino, il centurione romano che gli trafisse il costato, raccolse ai piedi della Croce. Nella cripta sono conservate le reliquie di San Longino protette da un sofisticato meccanismo a 12 chiavi: esse vengono tirate fuori solo il venerdì santo.
Una visita merita, infine, anche la Rotonda di San Lorenzo, la chiesa più antica di Mantova. Costruita ad immagine della Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme è a pianta centrale con un matroneo in alto. L’interno è a navata unica, con la parte centrale preceduta da un deambulatorio con otto colonne. La chiesa era completamente affrescata ma le vicissitudini che ha attraversato durante i secoli hanno lasciato solo resti di affreschi, tra cui un “San Lorenzo sulla graticola“. Usata come magazzino e poi cortile, fu riconsacrata nel 1926 e riportata all’antico splendore demolendo le case che ne ostruivano la vista.
Nel 2008 l’Unesco decise di dichiarare Mantova Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Al gioiello lombardo, però, aggiunse la vicina cittadina di Sabbioneta come esempio della città ideale rinascimentale. Sabbioneta fu costruita come nuova città nella seconda metà del 16° secolo soppiantando un piccolo borgo medievale e, sotto gli ordini di un’unica persona, si trasformò in brevissimo tempo in piazzaforte all’avanguardia e raffinato centro culturale e architettonico.
La sua cinta muraria con pianta a forma di stella, la pianta a scacchiera delle vie e il ruolo degli spazi pubblici e dei monumenti contribuiscono a renderla uno dei migliori esempi di città ideale costruita in Europa. A Sabbioneta si trova uno dei gioielli della storia del teatro in Europa: il Teatro all’Antica costruito da Vincenzo Scamozzi, primo edificio teatrale realizzato in Italia con fabbrica originale e non come adattamento di sale o interni di palazzi preesistenti.
Mantova e Sabbioneta sono state riferimento per gran parte delle successive esperienze di costruzione delle città fino all’epoca moderna, giocando un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura del Rinascimento dentro e fuori l’Europa.