Anche il 28 ottobre sono numerosi i Santi e i Beati celebrati dalla Chiesa cattolica. Lo scorso anno ci siamo occupati di Simone e Giuda Taddeo, apostoli di Gesù, mentre oggi vogliamo soffermarci su San Fedele, evangelizzatore della Chiesa di Como, martire ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano e Massimiano.
Il nome di Fedele è spesso ripetuto nel capoluogo lariano, dove un’antica, bellissima chiesa romanica, con absidi e cupola, è intitolata al Santo di oggi. Un Santo quindi tipico della regione e della città lariana, quasi quanto Sant’Abbondio, Patrono di Como.
Le notizie sul conto di Fedele sono assai più scarse di quanto lascerebbe credere la sua chiara fama. La tradizione vuole che sia stato un soldato romano alla corte imperiale di Milano venne scoperto cristiano ed imprigionato con altri soldati. Riuscendo a fuggire con i suoi commilitoni, fra i quali Carpoforo, Cassio ed Esanto, prese la strada di Como.
Il gruppo, inseguito da un drappello di soldati romani, fu raggiunto nell’attuale località di Camerlata, dove Carpoforo con i compagni venne catturato e subì il martirio per la fede. Fedele, invece continuò la fuga fino a Samolaco, dove, raggiunto, subì il martirio per la fede tra i 303 e il 305 d.C.
Dopo la morte, gli accenni a San Fedele sono, se non più numerosi, almeno più precisi. Ennodio, narrando la vita di Sant’Antonio di Lérins, ricorda che il suo primo rifugio fu presso la sepoltura di San Felice, dove, egli aggiunge, ” il Lario depone la minaccia dei suoi bianchi arieti, quando la terra gli oppone il duro freno delle rive”. Tale descrizione può far pensare che la sepoltura del Martire sia stata effettivamente a Como, nell’estremità più stretta e più ripida del grande lago, spesso tempestoso.
Ma altre fonti testimoniano in favore della sepoltura di San Fedele a Samolaco, cioè all’altra estremità del lago, nel luogo stesso della decapitazione. Certo è che già prima del Mille, le reliquie di San Fedele furono trasferite a Como, in quella chiesa – fino allora intitolata a Santa Eufemia, – che doveva assumere il nome del Martire, e onorarlo nei secoli.
Ma sembrava che la gloria della città in riva al lago non fosse sufficiente per l’antico Martire. Nel 1572, San Carlo Borromeo ne trasportò solennemente i resti a Milano, in una chiesa allora costruita nel centro della città. E nel nome della Chiesa di San Fedele, il ricordo del Martire di Como sopravvive anche nella metropoli lombarda, da dove egli era partito missionario fiducioso e fedele. Nella diocesi di Como la sua memoria si celebra il 29 ottobre.
Alessio Yandusheff Rumiantseff