Sono numerosi i Santi e i Beati che la Chiesa cattolica celebra il 5 ottobre. Tra questi Girolamo di Nevers di cui abbiamo parlato in passato. Tra le santità abbiamo scelto quest’anno Apollinare di Valence, nel territorio di Vienne in Francia. Vescovo del V secolo, Apollinare si dimostra un uomo pervaso da fervore di giustizia e onestà e rinnovò l’autorità e l’antico decoro della religione cristiana nella sede di Valence rimasta a lungo vacante. Figlio di sant’Isicio e fratello maggiore di Sant’Avito, nasce nel 453 da una famiglia illustre, imparentata con lo scrittore Sidonio Apollinare, se non con Avito che viene proclamato Augusto a Tolosa nel 455.
Discepolo di San Mamerto, diviene vescovo di Valence nell’ultimo decennio del V secolo. È storicamente documentato in due occasioni, per la sua partecipazione al concilio di Epaon nel 517, e al concilio di Lione, celebrato in epoca imprecisata tra il 516 e il 523. È invece da escludere la sua partecipazione al concilio (o colloquio) di Lione del 499, perché i suoi atti sono frutto di una falsificazione, opera del sacerdote oratoriano Jérôme Vignier nel XVII secolo.
Di Sant’Apollinare resta una Vita, che si pretende scritta da un contemporaneo, ma che, secondo gli editori delle Monumenta Germaniae Historica, che ne pubblicano un’edizione critica, è una invenzione di epoca carolingia. Secondo questo racconto, Apollinare governa la sua chiesa per 34 anni. Verso la fine della sua vita Apollinare intraprende un viaggio ad Arles e a Marsiglia durante il quale incontrerebbe San Cesario e altri personaggi non meno illustri, sulla cui identità però permangono dubbi fondati. La stessa incertezza circonda i miracoli che accompagnerebbero la sua ultima malattia.
Apollinare muore intorno al 520. I suoi resti, trasferiti a più riprese e deposti finalmente verso il 1060 nella chiesa dedicata al suo nome, vengono dispersi nel XVI secolo dai calvinisti. E’ onorato come patrono della diocesi di Valence sotto il nome popolare di Aplonay.