Ieri pomeriggio i fratelli Marco e Gabriele Bianchi nel corso dell”interrogatorio di convalida dell’arresto per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte si sono dichiarati innocenti ed estranei ai fatti: “Non lo abbiamo toccato. Respingiamo ogni accusa. Siamo intervenuti per dividere, abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati“. I due, insieme a Francesco Belleggia e Mario Pincarelli anni sono accusati di omicidio preterintenzionale in concorso.
Intanto oggi verrà effettuata l’autopsia, fondamentale per gli inquirenti per cambiare il capo d’accusa in omicidio volontario.
Le indagini dovranno fare luce su una tragica vicenda che purtroppo è terminata nel peggiore dei modi possibile: con la morte di un ventunenne italo-capoverdiano di Paliano, studente dell’istituto Alberghiero di Fiuggi, che prestava servizio come cameriere in un ristorante della zona e giovane promessa di calcio nella squadra locale. L’unica colpa, se tale può essere considerata, che si può imputare al Willy è quella di essere accorso in aiuto di un amico coinvolto nel bel mezzo di una rissa per cercare di sedarla.
Una vicenda che dopo i primi interrogatori ha assunto contorni molto sfocati a causa del rimpallo di accuse tra gli inquisiti. Secondo quanto dichiarato dall’avvocato Massimiliano Pica, difensore dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, al termine dell’interrogatorio i suoi assistiti non avrebbero in alcun modo partecipato alla rissa, bensì sarebbero arrivati sul luogo del pestaggio per fare da pacieri. Secondo la ricostruzione dei due sarebbero giunti sul posto in quanto avevano visto alcuni loro amici coinvolti nella lite e una volta accorsi avrebbero cercato di placare gli animi accesi. “Al giudice hanno indicato i nomi di questi amici” ha affermato il legale.
Ma spuntano anche le versioni di alcuni testimoni che avrebbero assistito alla rissa secondo i quali a sferrare il colpo mortale non sarebbero stati i fratelli Bianchi bensì Francesco Belleggia, praticante di karate, il quale avrebbe sferrato un violento calcio al 21enne di origini capoverdiane.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera nella lite erano inizialmente coinvolte due fazioni: il gruppo di Artena con Mario Pincarelli e Francesco Belleggia e quello di Colleferro tra cui c’è il ragazzo che Willy proverà ad aiutare. Durante la zuffa i due di Artena si trovano subito in difficoltà e in inferiorità numerica, per questo motivo avrebbero chiesto aiuto a Gabriele e Marco Bianchi, esperti di Mma.
Più testimoni affermano che Willy è intervenuto dopo l’arrivo dei due fratelli, che nel frattempo tra schiaffi e spintoni avevano messo in fuga una buona parte della fazione avversaria. La vittima, dopo essere accorso per fare da paciere, sarebbe caduto a terra colpito probabilmente da una manata di Marco Bianchi. Il giovane prova a rialzarsi sulle braccia ma i due che hanno iniziato la rissa vogliono anche chiuderla: Pincarelli gli avrebbe dato un pugno al capo, mentre Belleggia avrebbe sferrato il calcio “da karate”, che potrebbe essere stato quello letale, al volto.
Stamane sul Corriere della Sera è apparsa un’intervista della madre dei fratelli Bianchi che tra fiumi di lacrime asserisce: “Mi vergogno per gli assassini di Willy, ma i miei figli non sono i mostri che avete descritto e la piena verità su di loro verrà fuori.” “La giustizia deve andare avanti fino in fondo – ha poi aggiunto – Sono sicura che non sono stati loro ad ucciderlo, una mamma certe cose le sa.”
La donna, 55 anni, madre di quattro figli, il primo avuto quando ne aveva 22, invita a non giudicare i figli dalle foto che li ritraggono in pose da spacconi, con i tatuaggi, i muscoli in bella mostra e gli orologi costosi. E aggiunge: “Se i miei figli hanno sbagliato è giusto che paghino, ma sono sicura che non sono stati loro a uccidere, una madre certe cose le sa“.
La fidanzata di Gabriele, Silvia Ladaga, intervistata dalla Repubblica afferma: “La giustizia farà il suo corso, uscirà la verità. Se Gabriele ha sbagliato è giusto che paghi. Però deve essere appurato da un tribunale”. La 28enne, che era stata candidata (ma non eletta) due anni fa alla Regione Lazio nelle liste di Forza Italia, rifiuta di credere che a sferrare il calcio mortale che ha ucciso Willy sia stato il suo compagno, dal quale aspetta un figlio: “Il mio Gabriele? Non è in grado di commettere un omicidio. Non ci credo. Accanirsi su un ragazzino fragile come Willy… non è da lui“
Odio chiama odio – In queste ore la donna, al sesto mese di gravidanza, è stata costretta a chiudere tutti gli account social perché sommersa da insulti e minacce contro il figlio che porta in grembo. “Non ce la faccio più – asserisce una disperata Silvia – Spero che si interrompano le minacce rivolte al figlio che ho in grembo, che non ha colpe e non può subire attacchi del genere, per giunta ancor prima di venire al mondo.”
Carlo Saccomando