“La scuola riaprirà regolarmente il 14 settembre ed escludo nuovi lockdown. Mi attaccano ma ora vado in tv e spiego io, adesso basta, ho sbagliato a non farlo prima. Dai sindacati mi aspetto collaborazione. Sono pronta ad un confronto televisivo con Salvini sulla scuola“. Lo ha dichiarato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina all’Huffington post.
All’ex docente dell’istituto “Quintino Sella” di Biella non sono andate giù gli attacchi incrociati ricevuti da parte della Cigl e del leader della Lega Matteo Salvini. Il pensiero della ministra è che un tema importante come quello della della scuola venga utilizzato solamente con lo scopo di ottenere il consenso elettorale: “Siccome oggi la scuola parla alla metà delle famiglie del Paese, a 8 milioni di studenti, a un milione 250mila circa di lavoratori, questo fa sì che ci sia un’attenzione forte, ma che in passato non c’è stata.”
Da un punto di vista prettamente politico la Azzolina è stufa di sentir etichettare lei e i colleghi pentastellati come un branco di incompetenti, nonostante la stessa ministra abbia conseguito due lauree, l’abilitazione all’insegnamento e diverse specializzazioni nel campo dell’istruzione. “In realtà stiamo facendo cose meravigliose per la scuola italiana, a partire dalla digitalizzazione delle graduatorie provinciali che danno anche ai giovani la possibilità di iniziare il percorso all’insegnamento, giovani sempre maltrattati” ha aggiunto.
In vista del prossimo anno scolastico la Azzolina predica “prevenzione e precauzione“, perché sarà fondamentale da parte delle istituzioni mettere in atto le misure necessarie nel caso in cui si dovessero verificare nuovi contagi all’interno degli edifici scolastici, anche perché oggi “siamo molto più pronti” e il ministero della Salute ha dettato le linee guida da seguire in caso di necessità. Mentre le famiglie degli studenti dovranno avere più “senso di responsabilità“, a partire da gesti semplici come la misurazione della temperatura da casa “Se un bambino ha 37,5 non lo mettiamo sugli autobus, non lo facciamo uscire da casa, non mettiamo in pericolo gli altri“.
La ministra ha poi sottolineato quella che ha definito “un’enorme novità sfuggita quasi a tutti” contenuta nel Decreto Rilancio approvato ieri al Senato: “Sulle classi più numerose possiamo iniziare, compatibilmente con gli spazi, a derogare. Non possiamo eliminare le classi pollaio in un mese e mezzo, ma è l’inizio di un processo. Quando arriveranno i soldi del Recovery Fund li utilizzeremo anche per questo obiettivo: edilizia scolastica, meno alunni per classe e innovazione didattica, come ci chiedono gli studenti“.
La reazione della ministra è giunta dopo le dichiarazioni al vetriolo di Francesco Sinopoli segretario Flc Cgil scuola nel corso della conferenza stampa “La scuola si fa a scuola” promossa da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda della scuola: “Oggi le condizioni per cui le scuole riaprano in presenza non ci sono: inutile continuare a raccontare che le cose vanno bene – ha detto il sindacalista – bisognerebbe essere onesti. A causa del ritardo con cui il confronto è iniziato e la scarsità delle risorse la situazione delle scuole è drammatica. I dirigenti scolastici sono a caccia di spazi; serve un organico straordinario che al momento non c’è. La preoccupazione che sta nascendo è che siccome il tempo scuola si ridurrà si tornerà alla didattica a distanza“.
“La preoccupazione che sta nascendo è che poichè il tempo scuola si ridurrà si tornerà alla didattica a distanza. Noi sindacati vogliamo che si ritorni a scuola non vogliamo soluzioni diverse. Abbiamo bisogno di un decreto legge sulla scuola. Il governo deve dire con chiarezza che bisogna riaprire la scuola in presenza“, ha concluso il sindacalista.
Sul tema scuola era intervenuto anche il numero uno del Carroccio, Matteo Salvini: “Nessuna certezza per insegnanti e maestre, presidi e sindaci, studenti e famiglie. Siamo a metà luglio e non si sa nulla: non è possibile avere un ministro così incapace! Azzolina bocciata!“.