• 28 Novembre 2024
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Il 29 maggio 1985, la tragedia dell’Heysel, 39 morti e 600 feriti in una sera che doveva essere festa

Oggi 29 di maggio, ricorre il 35°anniversario della  strage dell’Heysel.
In quel 29 maggio del 1985, il calcio mondiale ha vissuto una delle pagine più tragiche della sua storia.

Poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni  di calcio  tra Juventus  e Liverpool,  dal settore Z dello stadio Heysel  di Bruxelles, occupato per lo più da tifosi italiani, migliaia di tifosi inglesi, cosiddetti hooligan — cominciarono a spingersi verso il settore Z ad ondate con violenza inaudita, costringendo semplici spettatori, juventini e non, impauriti,  ad indietreggiare ed ammassarsi contro il muro opposto al settore della curva occupato dai sostenitori del Liverpool.

Nella grande ressa che venne a crearsi, alcuni si lanciarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri cercarono di scavalcare gli ostacoli ed entrare nel settore adiacente, altri ancora si ferirono contro le recinzioni.
 Il muro ad un certo punto crollò per il troppo peso, moltissime persone rimasero schiacciate, calpestate dalla folla e uccise nella corsa verso una via d’uscita, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco. Alla fine il bilancio fu tragico: persero la vita 39 persone di cui 32 italiane, ed altre 600 rimasero ferite.

In ricordo di chi perse la vita quel giorno, e volendo divulgare un messaggio di pace contro ogni forma di  violenza, fisica e verbale, nel calcio come negli altri sport è doveroso porgere un rispettoso ricordo e la premessa che mai più tragedie simili si abbiano a ripetere. Seguirono poi polemiche di fuoco per avere ospitato una partita simile in un impianto che non sarebbe stato neppure di ospitare neppure le tifoserie di due interregionali… Vecchio, fatiscente e come si sarebbe visto con una drammatica contiguità fra settori. Ma queste sono analisi del dopo. Di quella sera è rimasta, ancora impalpabile, incancellabile la paura, lo sconcerto e l’incredulità di chi davanti al televisore si apprestava a trascorrere con amici una serata all’insegna dello sport, e invece…E invece iniziarono a sfilare immagini di morte, di disperazione, di violenza. La disperazione di chi a casa sapeva avere lassù qualche familiare, qualche amico, di genitori che avevano ceduto alle insistenze del figlio che non aveva voluto mancare ad un avvenimento così importante per i propri colori del cuore. E poi l’assalto ai numeri verdi predisposti dalle autorità per avere qualche notizia… Mentre le immagini ancora scorrevano… immagini rimaste negli occhi di chi quella notte assistette impotente a scene a cui non avrebbe mai voluto assistere.

g.m

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