Se ieri l’anniversario dei 15 anni dalla rocambolesca finale di Champions League persa dal Milan ad Istanbul contro il Liverpool non ha portato molto bene ai colori rossoneri, visto l’infortunio subito in allenamento da Zlatan Ibrahimovic, fortunatamente non si può dire lo stesso oggi: la visita medica effettuata alla clinica Columbus ha scongiurato un’eventuale lesione al tendine d’Achille.
Il responso dei medici parla di “lesione del muscolo soleo del polpaccio destro”. Per avere un’idea dei tempi di recupero, ciò che interessa più i tifosi, bisognerà aspettare un ulteriore responso che verrà fornito a seguito di un esame strumentale di controllo che verrà effettuato fra 10 giorni. In base al tipo di infortunio alcuni esperti hanno ipotizzato che per rivedere l’attaccante svedese in campo bisognerà aspettare da un minimo di 20-30 giorni sino ad un massimo di due mesi.
Sia nel caso di un recupero lampo, che nella peggiore delle ipotesi, sarà quasi impossibile rivedere sul prato verde Zlatan alla ripresa del campionato, prevista tra il 13 e il 20 giugno. Mentre è più probabile che possa tornare a giocare a partire dal mese di luglio.
Ironia del destino oggi, nella giornata che ha scongiurato un grave infortunio e quindi anche la malaugurata ipotesi che il gigante di Malmö potesse essere costretto a chiudere la carriera anzitempo, è un’altra data particolarmente cara al popolo milanista: 27 anni fa, il 26 maggio del 1993, disputò la sua ultima partita Marco Van Basten, tra i più amati giocatori della storia rossonera di tutti i tempi. Il match in questione fu la finale di Coppa dei Campioni contro l’Olympique Marsiglia, persa per 1-0 grazie al gol del difensore centrale francese Basile Boli.
Anche se il Cigno di Utrecht diede ufficialmente l’addio al calcio giocato circa due anni dopo, precisamente il 17 agosto del 1995 all’età di 30 anni, a causa dei ripetuti infortuni alle caviglie, che troppo spesso sono state definite di ‘cristallo’ , che lo costrinsero al ritiro.
Fortunatamente non sarà lo stesso per Ibra, ormai sulla soglia dei 39 anni e che negli ultimi tempi, nonostante non sia più un ragazzino, ha sfoggiato una forma invidiabile. Per esorcizzare l’infortunio di lieve entità mi permetto di scomodare Omero e di dedicare al numero 21 rossonero l’incipit del proemio dell’Iliade che recita così:
“Cantami, o Diva, del pelide Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei…“
O in questo caso sarebbe meglio dire: “Cantami, o diva, del pelide Ibra” sperando che sia ancora in grado di regalare ancora nuove gioie ai tifosi del Milan.
Carlo Saccomando