Cosa hanno fatto le imprese italiane per dare un loro contributo in questa fase di emergenza legata al Covid-19? A ben guardare per molte di loro la fase di lockdown è stata un’occasione per riadattare la propria catena produttiva e fare fronte comune contro gli effetti negativi che tale emergenza ha portato con sé.
Dal fashion al digital, dalle start up ai grandi brand internazionali, dalle mascherine, passando per i camici, fino ai marketplace gratuiti per i commercianti: sono state numerose le iniziative di conversione e adattamento nei più disparati settori per venire incontro alle nuove richieste del mercato e supportare in diverso modo la collettività.
In un approccio al rinnovamento solidale così pervasivo nel quadro industriale mondiale, non sono mancati neanche i grandi gruppi bancari. Primo fra tutti il colosso olandese ING, che ha dispiegato tutte le sue forze per reagire prontamente in un momento storico così delicato.
Tra le ING novità così come riportate sul sito istituzionale, balza agli occhi prima di tutto il piano di salute e prevenzione #NoiCiSiamo che non ha lasciato fuori nessuna categoria di interlocutore. Dalle associazioni no profit alle fondazioni, fino a clienti e dipendenti.
Se da una parte la banca ha “tenuto a casa” il 90% dei suoi dipendenti in modalità smart working, dall’altra ha premiato quelli che hanno proseguito il lavoro in ufficio con una copertura sanitaria straordinaria legata proprio al Covid-19. Se per i clienti ha messo a disposizione una intera pagina di portale con informazioni utili sui servizi finanziari online e tips sulle tematiche del momento, quali sospensione dei mutui e cassa integrazione, dall’altra non si è risparmiata nelle donazioni al settore no profit.
In questo senso, quasi immediatamente, è partita una campagna di racconta fondi fra i dipendenti, il cui devoluto è stato poi raddoppiato dalla compagine manageriale e stanziato alla Croce Rossa Italiana, a support del grande lavoro fatto sin dal primo momento accanto alla Protezione Civile. La CRI non solo ha mobilitato i suoi volontari per dare sostegno agli individui più vulnerabili attraverso specifici servizi a domicilio, ma ha anche partecipato attivamente ai tavoli tecnici istituiti a livello nazionale.
Grazie ai fondi donati da ING i volontari sono stati dotati di oltre 16.000 mascherine FFP3 e 4.700 guanti in lattice, oltre ai Dispositivi di Protezioni Individuale di cui già disponeva. A questi si sono aggiunte anche 2 barelle ad alto biocontenimento da impiegare nei soccorsi d’emergenza.
Ma a lasciare il segno sono sopratutto le collaborazioni con la per l’Ospedale dei Bambini e Fondazione Humanitas per la Ricerca, per cui il gruppo olandese ha stanziato ulteriori 400.000 euro. Nello specifico, la Fondazione Buzzi ha investito i fondi stanziati da ING per acquistare due ecografi e due broncoscopi per l’Ospedale Buzzi oltre a due ecografi da impiegare nella sala parto dell’Ospedale Sacco di Milano.
Infine la Fondazione Humanitas, in collaborazione con le strutture del gruppo, situate a Bergamo, Rozzano, Catania, Milano, Torino e Castellanza, ha impiegato i fondi di ING per rafforzare la ricerca attraverso l’acquisto di apparecchiature o materiali utili alla lotta contro il coronavirus, con l’allestimento di aree didattiche all’interno delle terapie intensive.