TORINO. La “corsa delle auto rottame”, la Carbage Run, dei paesi scandinavi si è conclusa lo scorso sabato ad Helsinki dopo una settimana e 2.500 chilometri, percorsi in luoghi spettacolari attraversati su strade fortemente innevate e spesso dissestate. Le vetture d’antan (devono avere più di 20 anni e costare meno di 500 euro) si sono comportate benissimo ed hanno messo a dura prova l’abilità e la resistenza dei 100 equipaggi. Tra essi solo uno proveniva dall’Italia, quello torinese composto da Ferruccio “Tato” Zublena e Ami Aostacioae . Conclusa la corsa per loro si è trattato di affrontare un altro paio di migliaia di chilometri per rientrare in Italia. Qui hanno trovato riposo alla grande fatica e riordinato le idee nella casa- scuderia sulla collina torinese. Uno dei primissimi appuntamenti Ferruccio Zublena l’ha avuto con Il Valore Italiano, al quale ha rilasciato questa intervista.
Come è andata, che sensazioni ha da trasmettere ai lettori?
“Ragazzi che esperienza. Davvero una gara che va oltre ogni normale valore di una competizione motoristica. Ci sono delle prove speciali, che sono di un livello straordinario. Una di queste prevede che si seppellisca completamente la vettura sotto la neve. Si può fare con ogni mezzo; io ho vinto questa prova supplicando ed ottenendo l’aiuto di un addetto alle escavazioni, che con una potente pala ha ricoperto l’auto in un battibaleno. Io ho realizzato un risultato notevole e lui si è divertito moltissimo”.
La gente del luogo come ha accolto il passaggio di un simile carovana di vetture anzianotte?
“Benissimo e dimostrando curiosità e un entusiasmo che non sempre siamo abituati a riscontrare nelle popolazioni scandinave”.
Con gli altri partecipanti quali rapporti si sono instaurati?
“Devo dire che si è creato un ottimo feeling E’ stato molto bello lo spirito di gruppo che ha caratterizzato tutta la settimana, che è di grande aiuto sia quando si è sul percorso e si devono affrontare varie difficoltà, sia nelle lunghe serate che si trascorrevano in allegria. Davvero un’ esperienza umana notevole”.
Dunque un’esperienza da ripetere?
“Certamente ci piacerebbe partecipare di nuovo al Carbage Run, magari nell’edizione estiva. Ci hanno detto che oltre ad un percorso meno impegnativo, si fanno delle feste spettacolari nelle località di arrivo della tappa, grazie ad un clima che in quella stazione è gradevole e non scende a -25° come è successo in questa occasione”.
Dovendone selezionare uno, quale ricordo vi resta più impresso da questa avventura?
“E difficile indicarne uno, visto che abbiamo vissuto un’esperienza davvero notevole. Ma è stato emozionante in Svezia trascorrere una notte a Goteborg, in un hotel costruito a forma di goletta che dà la sensazione di dormire su una barca degli anni ’30.”
Mentre l’equipaggio ritorna alla vita e agli impegni di ogni giorno, la loro compagna d’avventura, una Volvo 850 Station Vagon del 1995 si gusta il meritato riposo sulla collina e ogni tanto si concede una breve passeggiata per le strade del torinese, fiera di esibire sul suo musetto un orsetto bianco donato da un altro equipaggio. Anche questo è lo spirito di Carbage Run.