FIRENZE. La città di Firenze è gelosa della sua storia e delle sue tradizioni. E proprio per questo sta per istituire un apposito albo delle attività storiche da tutelare e promuovere con vincoli di salvaguardia. La delibera, che ha avuto appena ricevuto il via libera della giunta (dopo il termine dei lavori della commissione tecnica), prevede due categorie: 150 attività di eccellenza (che hanno ricevuto almeno un vincolo di salvaguardia) e 120 attività
storiche tradizionali. L’obiettivo è far sì che non siano snaturate le attività, mantenendo la storia e la tradizione del luogo.
Secondo l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Firenze Cecilia Del Re (che ha presentato la delibera in giunta) si tratta di “un lavoro coraggioso, primo del genere in Italia”. Per la prima volta vengono dati ai comuni “gli strumenti per tutelare le attività storiche”. Il 25 marzo nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio le 270 attività storiche individuate riceveranno un riconoscimento formale anche con la consegna degli attestati.
Il percorso è partito a maggio 2017 con l’approvazione del regolamento Unesco e della norma dedicata alle attività storiche, con la quale si rinviava a un censimento per individuare gli oggetti di tutela delle attività storiche presenti sul territorio del Comune di Firenze facenti parte del precedente Albo. E’ stato quindi dato incarico al dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze di analizzare singolarmente le attività inserite nell’albo degli esercizi storici, in modo da individuare gli elementi di pregio che all’Amministrazione interessava tutelare. Completato questo lavoro, a giugno 2018, è stato approvato il nuovo regolamento per le Attività storiche, che ha costituito anche la Commissione chiamata ad individuare gli oggetti di salvaguardia. Durante questi mesi, la commissione si è riunita sette volte. All’interno della nuova lista, sono state mappate le attività inserite nel precedente albo degli esercizi storici: al momento dell’approvazione definitiva della lista saranno georeferenziate e inserite (con gli elementi da salvaguardare) nel database della direzione Urbanistica. Il lavoro di censimento sta andando avanti e l’Università sta ricercando altre attività con più di 50 anni, che potrebbero poi essere inserite nella lista e sottoposte all’esame della commissione.