• 28 Novembre 2024
  • DAL MONDO

Iran,chiuso il sito web dell’anagrafe e divieto di diffusione sulla situazione

TEHERAN. L’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (OMPI / MEK) ha annunciato sabato 18 aprile che il bilancio delle vittime del Coronavirus: 31.500 decessi in 294 città. Il regime clericale ha adottato misure senza precedenti per coprire l’impressionante numero di vittime del Coronavirus perché ha il terrore dell’indignazione popolare e delle rivolte. Secondo una direttiva del Ministero dell’Intelligence, il portale interno per l’Anagrafe Civile del Paese è stato chiuso per impedire la fuga di informazioni sul bilancio delle vittime. L’Anagrafe Civile di Teheran, che pubblica una tabella mensile dei decessi con le relative cause nella provincia, non ha pubblicato questa tabella per il marzo 2020. La tabella è stata pubblicata su base mensile nei primi 11 mesi dell’ultimo anno civile iraniano (che termina il 20 marzo 2020). Secondo l’agenzia di stampa ufficiale del regime “da tre giorni, le università di scienze mediche si rifiutano di fornire statistiche su coloro che sono morti o infetti a causa del Coronavirus in ogni provincia”.

Ieri, il portavoce del Ministero della Salute ha dichiarato che un terzo dei decessi negli ultimi due giorni è avvenuto a Teheran. Il 12 aprile Mojtaba Yazdani, vice sindaco di Teheran, ha riferito all’agenzia di stampa statale, IRNA, della creazione di una nuova sezione nel cimitero Behesht-e Zahra di Teheran per vittime di Coronavirus con “10.000 tombe di nuove dimensioni”. Tuttavia, oggi Hassan Rouhani ha cercato ancora una volta di giustificare la decisione criminale di spingere le persone a tornare al lavoro e ha asserito assurdamente che la situazione del regime nella lotta contro il Coronavirus è migliore che nei Paesi europei. Continuano le proteste per il rifiuto di Ali Khamenei di liberare fondi dai conglomerati e dai cartelli sotto il controllo suo e dell’IRGC per sostenere i poveri. Ieri, durante il suo discorso al ‘parlamento’, Mostafa Kavakebian ha dichiarato: “Un mese fa, ho chiesto perché le risorse disponibili per il governo, come la Fondazione Mostazafan (Abased), il Quartier Generale per l’Esecuzione dell’Ordine dell’Imam Khomeini e il Fondo Astan-e Quds Razavi, non vengono usate. È tempo che tutte le istituzioni governative e non governative, le grandi e vaste società statali, diano una mano. Non dovremmo politicizzare il Coronavirus.  Ora non è il momento di provare a regolare i conti tra le fazioni […] Se vogliamo lamentarci, il problema più grande è: perché, nonostante fossero a conoscenza del Coronavirus, il governo e il Ministero degli Interni hanno tenuto le elezioni parlamentari il 21 febbraio 2020?”.

In un altro sviluppo, oggi, il quotidiano statale Arman, scrivendo dei bambini lavoratori e della possibilità che siano contagiati, ha scritto: “Non si può stare a casa perché la fame è più mortale del Coronavirus e non puoi rimanere in quarantena a stomaco vuoto”. Secondo il Ministero del Lavoro, sono stati identificati 409.000 bambini lavoratori attivi, molti dei quali lavorano come venditori ambulanti, venditori di fiori, indovini e raccoglitori di rifiuti. I bambini che raccolgono la spazzatura lavorano anche in questi giorni; possono essere visti cercare nella spazzatura in un bidone su cinque.

Yoosef  Lesani




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