“Sembra quasi impossibile dover essere costretti a rimanere chiusi in casa con delle giornate così calde e soleggiate.” Questo è il pensiero che probabilmente avrà espresso gran parte degli italiani, nelle ultime settimane, affacciandosi da finestre e balconi di casa.
Ma nello stesso tempo avrà fatto breccia nella propria mente e nel proprio cuore un altro pensiero ancora più profondo: “Devo rimanere a casa per il bene del Paese, per aiutare l’Italia ad uscire al più presto dall’emergenza che ci sta attanagliando e che ogni giorno miete vittime innocenti.“
Peccato che non tutti gli italiani siano ligi al dovere e che qualcuno, per fortuna pochi, faccia prevalere le ragioni personali a discapito del bene pubblico. Un esempio lampante di egoismo da Coronavirus è avvenuto ieri a Pescara, quando un uomo ha deciso di andare a correre sul lungomare.
Il runner è stato colto in flagrante sulla spiaggia dai Carabinieri: uno dei militari ha provato a fermare l’intrepido corridore, che incurante dell’alt ha compiuto un’accelerazione degna del miglior Pietro Mennea e si è dileguato in men che non si dica.
Sfortunatamente il giovane in strada ha trovato i colleghi del militare ed è stato denunciato e multato con il massimo della sanzione pecuniaria prevista dalle leggi contro la diffusione del Coronavirus: 4.000 euro.
L’episodio è stato filmato da alcuni passanti. N abbiamo immaginato che la scena fosse accompagnata come sottofondo musicale dal famoso brano di Edoardo Bennato intitolato “Il gatto e la volpe“, non fosse altro per l’incipit più che mai appropriato in questo caso che recita “Quanta fretta ma dove corri, dove vai“. E inoltre perché, come quasi tutti sanno, questa canzone è ispirata alla storia di Pinocchio: chissà che scuse si sarà inventato il runner pescarese per giustificare la corsetta sul bagnasciuga. In questo caso nemmeno il miglior ‘Pinocchio‘ sarebbe riuscito a trovare una scusa plausibile.
Carlo Saccomando