Dura poco l’intonazione positiva delle Borse europee all’indomani del rally di Wall Street che ha aiutato anche le borse asiatiche. La fiducia in misure di stimolo delle economie per limitare l’impatto del coronavirus si alterna con gli aggiornamenti sull’espansione dell’epidemia. A frenare le Borse del Vecchio Continente sono sopratutto i futures statunitensi. Dalle vendite si salvano le materie prime a partire dai titoli petroliferi, col greggio in rialzo in attesa della riunione dell’Opec a Vienna, e le utilities.
Nella giornata di ieri peggiore Borsa europea è Londra (-0,55%) che registra la messa in amministrazione della maggiore compagnia interna aerea, Flybe, dopo il fallito tentativo di salvataggio. Flybe era la più grande compagnia aerea regionale, a basso costo, d’Europa: vantava oltre 210 rotte in 15 paesi, mentre suoi due hub sono gli aeroporti di Birmingham e Manchester.
Mercoledì nero anche la Borsa Milano (-0,31%), seguita a ruota da Francoforte (-0,22%), mentre Parigi è riuscita a contenere abbastanza le conseguenze dei futures registrando una leggera perdita (-0,01%). Ad appesantire l’indice Ftse Mib sono stati i titoli bancari Banco Bpm (-2%), che non ha interrotto la serie negativa imboccata dalla presentazione del piano, Bper (-1,5%), Ubi (-1,44%), Intesa (-0,66%) e il gruppo finanziario Azimut (-1,1%).
La palma del peggior titolo di Piazza Affari è andato alla Juventus (-3,29%), destinata a lasciare il paniere principale dalla seduta del 23 marzo, quando sarà sostituita da Banca Mediolanum (-0,49%). Debole anche Leonardo (-0,84%) mentre sono in crescita titoli difensivi come Italgas (+1%), Terna (+0,75%), Snam (+0,33%), Hera (+0,19%).
Aprono in leggero rialzo i principali listini europei. Francoforte guadagna lo 0,53%, Parigi +0,47% mentre Londra alle prime battute della seduta è pressoché invariata (+0,05%).
Le Borse asiatiche salgono grazie ai segnali lanciati da banche centrali e governi sulla volontà di sostenere le economie contro gli effetti del coronavirus. Gli ultimi in ordine di tempo, sono il pacchetto da 8 miliardi di dollari varato dal Congresso Usa per la prevenzione del virus, all’origine del rally di ieri di Wall Street, e le parole del ministro delle Finanze australiano che ha parlato in misure di stimolo in arrivo molto presto. Il listino di Hong Kong segna così un rialzo del 2% a seduta ancora aperta, hanno chiuso in decisa crescita Shanghai (+1,99%) e Shenzhen (+1,78%) e lo stesso hanno fatto Seul (+1,26%) e Sydney (+1,11%).
La Borsa di Tokyo termina la seduta col segno più: il Nikkei guadagna l’1,09% a quota 21.329,12, aggiungendo 229 punti. Sul mercato dei cambi lo yen è stabile sul dollaro a 107,40, e sull’euro a 119,60.
Le Borse cinesi chiudono la seduta con forti guadagni sostenute dall’annuncio del ministero delle Finanze che ha stanziato altri 110,48 miliardi di yuan (circa 16 miliardi di dollari) di fondi aggiuntivi da destinare alle attività di prevenzione e di controllo dell’epidemia del nuovo coronavirus: l’indice Composite di Shanghai guadagna l’1,99%, a 3.071,68 punti, mentre quello di Shenzhen sale dell’1,78%, a 1.929,44.
La Borsa di Seul mette a segno la quarta seduta di fila al rialzo. È stato grande il giovamento tratto dall’allentamento monetario delle banche centrali mondiali dopo il taglio dei tassi dello 0,5% approvato a sorpresa dalla Fed: l’indice Kospi guadagna 25,93 punti, salendo a quota 2.085,26 (+1,26%). Intanto, la Corea del Sud ha reso noto questa mattina 438 nuovi casi di coronavirus, portando il totale nazionale a 5.766.
Quotazioni del petrolio in lieve recupero sui mercati dopo gli stimoli all’economia decisi negli Usa mentre rimane acceso il dibattito tra i membri dell’Opec e la Russia su nuovi tagli alla produzione. Il Wti del Texas segna 47,38 dollari (contro i 46,98 di ieri sera a New York) mentre il Brent passa di mano a 51,85 dollari al barile.
Carlo Saccomando