ROMA. Grazie a un’intesa firmata ieri dalla Fondazione Insieme contro il cancro e dalla Federcanottaggio, gli allenatori dello sport del remo diventano “alleati di salute”: formeranno i loro ragazzi a condurre uno stile di vita positivo.
Viene così esteso il progetto “Allenatore alleato di salute”, promosso dalla stessa Fondazione, con il sostegno del Ministero della Salute e del Coni e già avviato nel 2016 nel calcio. “Nell’anno delle Olimpiadi vogliamo valorizzare temi fondamentali come l’importanza dell’attività motoria – sottolinea Giuseppe Abbagnale, presidente della Federcanottaggio -. Per questo, in accordo con il direttore tecnico Francesco Cattaneo e l’area formazione federale, nei prossimi mesi avvieremo corsi specifici e distribuiremo materiale informativo coinvolgendo gli allenatori di canottaggio e di indoor rowing affiliati alla nostra Federazione”.
“Il canottaggio è uno sport nel quale risultano fondamentali l’intesa tra compagni e il gioco di squadra – aggiunge Giovanni Malagò, presidente del Coni -. Il canottaggio è una filosofia di vita, uno stile di vita”.
Francesco Cognetti, presidente di “Insieme contro il cancro”, ribadisce come tra i comportamenti scorretti ci sia proprio la sedentarietà: “Solo in Italia più del 21% dei teenager e dei bambini non pratica alcuna attività sportiva. L’inattività determina fino al 20% dei casi di cancro pari a più di 74 mila nuove diagnosi l’anno. Lo sport esercita effetti preventivi e terapeutici e può essere paragonato a un farmaco”.
In effetti, una revisione di nove studi ha dimostrato, per la prima volta, che l’esercizio fisico, nelle dosi raccomandate dall’Oms, è associato a un rischio inferiore e statisticamente significativo di sviluppare 7 dei 15 tipi di cancro studiati, con una riduzione che aumenta con il crescere dell’attività: il tumore al colon (rischio minore dell’8%-14% negli uomini), al seno (rischio minore del 6%-10%), all’endometrio (rischio minore del 10%-18%), al rene (rischio minore dell’11%-17%), il mieloma (rischio minore del 14%-19%), il tumore al fegato (rischio minore del 18%-27%) e il linfoma non-Hodgkin (rischio minore dell’11%-18% nelle donne).