Uno degli appuntamenti più romantici dell’anno è alle porte e gli innamorati stanno pensando a quali sorprese e momenti piacevoli organizzare per il loro San Valentino. Ma davvero è tutto racchiuso in cuori e cene a lume di candela? MioDottore, piattaforma leader in Italia e nel mondo specializzata nella prenotazione online di visite mediche e parte del gruppo DocPlanner, ha indagato come si sentono donne e uomini single per comprendere se esistono benefici fisici ed emotivi per chi non vive una relazione amorosa.
Il dottor Argo Penovi, psicologo e specialista di MioDottore, ha individuato dieci motivi secondo i quali i single godrebbero di migliore salute ed ha analizzato i pro a tutte le fasce d’età
Il dottor Penovi premette che attualmente i vantaggi dell’essere single riguardano entrambi i sessi, senza particolari distinzioni di genere. Ma quali sono i 10 motivi per cui si sta meglio senza qualcuno al proprio fianco?
Quando si è in coppia i momenti da dedicare a palestra e sport diminuiscono necessariamente: si dà più spazio al partner, magari intensificando cene fuori casa e pranzi con parenti. Non stupirà dunque che, mediamente, le persone single risultano più magre di chi è in dolce compagnia.
Se vissuti appieno, gli interessi preferiti necessitano di una quantità notevole di tempo, che si assottiglia drasticamente quando si è in due, proprio perché il vivere in coppia richiede più tempo di qualsiasi altra attività. Inoltre, qualora i partner non condividano le stesse passioni è probabile che seguirle risulti difficile.
Come per le passioni, l’approfondimento di rapporti amicali necessita cura; anche in questo caso se tra i partner non ci dovesse essere allineamento tra le amicizie, coltivarle diventa complesso.
Quando si convive con altre persone bisogna inevitabilmente accettare abitudini che non sempre sono congeniali, una delle più frequenti è l’imposizione dell’ordine o del disordine, mentre quando si è single si può organizzare lo spazio domestico a proprio piacimento.
Un’attività stimolante come la scoperta di nuovi angoli di mondo, può essere fonte di stress qualora i desideri non combacino. Accordare le esigenze di entrambi non è facile e questo rallenta i processi organizzativi riducendo anche la possibilità di partire all’improvviso.
Quando si è in coppia si tende a investire tempo ed energie per far piacere al partner più che pensare al proprio benessere.
Le coppie tendono a spendere molto per regali, cene e sorprese, rimanendo con meno soldi per le proprie passioni; i single invece possono organizzare in maniera diversa e autonoma il proprio budget.
I single hanno la possibilità di gestire i propri orari di uscita e rientro a casa e possono essere più sereni e senza sensi di colpa qualora volessero flirtare, anche innocentemente, con qualcuno.
In un rapporto a due, le discussioni, più o meno ricorrenti, sono normali, tale problematica invece non stressa i single.
Maggior tempo e libertà garantiscono la possibilità di impegnarsi in un’idea o un obiettivo specifico che possa dare soddisfazione personale.
Non essere in coppia e dunque avere più tempo da dedicare al proprio percorso di studi, allo sport e alla carriera è senza dubbio uno dei vantaggi più significativi della singletudine in questa fascia d’età. Molti tra coloro che non hanno avuto relazioni amorose per lunghi periodi tra i 20 e i 30 anni, spesso oggi ricoprono posizioni lavorative di maggiore prestigio. Questo perché ogni relazione amorosa richiede una quantità di energie, denaro e compromessi che non possono essere incanalati nella costruzione di progetti privati.
L’assenza di un partner fisso durante questo periodo di vita non necessariamente stimola la sperimentazione sessuale, in quanto sono soprattutto il tessuto sociale e l’ambiente culturale a giocare un ruolo chiave. Infatti ragazzi e ragazze – indipendentemente dal genere, che non è un indicatore di comportamento – qui strutturano personalità e convinzioni. Ad esempio, se un giovane cresce in un ambiente disinibito dove il rapporto sessuale è normalizzato, è più probabile che sia predisposto alla sperimentazione, al contrario chi vive dove l’idea primaria è desiderare una relazione stabile, è probabile che lo sia molto meno.
I trentenni di oggi sono molto differenti rispetto a quelli di 10 anni fa perché la società è cambiata molto, sia per il protrarsi della fase adolescenziale sia per il prolungarsi del percorso di studi necessario a diventare professionisti affermati. Infine, l’attuale situazione economica non ha permesso a tutti di essere indipendenti e avere un’abitazione altra dalla famiglia di origine. Molti di loro, dovendo rimanere a casa dei genitori, non si pongono l’obiettivo primario di costruire una famiglia propria, ma preferiscono investire in hobby e svaghi. Tale situazione genera una seconda adolescenza priva dei difetti della precedente (dove molte insicurezze sono state affrontate, si ha denaro per propri piaceri e la libertà di un adulto) portando a preferire l’indipendenza rispetto alla creazione di un’unione consolidata.
Anche a livello sessuale, i trentenni single dei nostri giorni sono più attivi e disinibiti rispetto ai coetanei di 10 anni fa: per attitudine adolescenziale, potere economico e per le nuove tecnologie e app di incontri che facilitano l’avvicinamento a più partner.
Si potrebbe pensare che la non creazione di un nucleo familiare sia una sorta di “progetto mancato”, ma questo può essere fonte di malessere solo per chi lo desidera e non ha ancora avuto modo di raggiungerlo. In realtà, secondo l’esperto di MioDottore, sono sempre di più gli italiani che preferiscono uno stile di vita votato alla libertà individuale. Per loro la decade tra i 40 e i 50 anni è il momento perfetto: infatti chi aspirava ad essere un professionista in ambito lavorativo ha avuto modo di diventarlo, i guadagni economici sono cospicui, la maturazione psicologica è raggiunta e la sessualità può essere libera e senza compromessi.
La principale differenza riscontrabile nei cinquantenni è tra chi vive questa età da single senza figli e chi con prole al seguito e magari nipoti. L’aspetto positivo dell’essere single senza ragazzi in questo periodo della vita si traduce con l’avere meno preoccupazioni e scontri generazionali, oltre a non sentirsi “prigionieri” di quella che nel corso degli anni può essersi trasformata in una famiglia disfunzionale. Diversamente, chi è single ma con figli e magari nipoti, può godersi l’affetto dei propri cari – che ha sempre enormi benefici dal punto di vista emotivo, soprattutto quando ci sono nipotini – ma senza condividere gli spazi e i tempi di una famiglia da gestire in prima persona.