Claudio Maria Perfetto, programmatore di sistemi, consulente e specialista in tecnologie informatiche, da sempre molto attento e sensibile ai problemi sociali, ha deciso di mettere a disposizione le proprie capacità per cercare di combattere le cosiddette “piaghe sociali” che da molti anni affliggono il nostro Paese. Calamità tra le quali spicca la disoccupazione, uno tra i fattori principali di problemi sociali come l’alienazione e la miseria, fenomeni, che secondo l’esperto informatico, possono e devono essere debellati.
Nel corso della lunga carriera professionale Perfetto osserva che l’elaborazione dei dati è simile alla produzione dei beni e questo lo spinge a indagare più a fondo sulle leggi che sono alla base dei processi informatici e dei processi economici. Elabora una sintesi tra economia e informatica che chiama col nome di “economatica”, grazie alla quale è possibile eseguire esperimenti di economia in laboratorio in condizioni vicine a quelle del mondo reale.
Autore del libro “L’economista in camice“, nel volume descrive, attraverso l’utilizzo di esempi, l’applicazione delle tecnologie informatiche all’economia per realizzare simulazioni al computer con scopi previsionali e sperimentali, al fine realizzare esperimenti di economia in condizioni vicine a quelle del mondo reale. Il testo dimostra che il Centro di Elaborazione Dati (l’insieme di persone e tecnologie informatiche su cui si basano i servizi informatici) è un modello in scala ridotta della nazione e quindi può essere utilizzato come laboratorio reale per trovare soluzioni ai problemi economici, in particolare al problema della disoccupazione causata da elevata automazione e disintermediazione.
Il lavoro del dottor Perfetto si compone di sette elaborati collegati tra loro da un unico filo conduttore. Una sorta di puzzle in cui ciascun modulo è indipendente e autosufficiente e tutti insieme delineano un disegno coerente e armonico, legando “senza soluzione di continuità” pensioni-lavoro cambio generazionale mettendone in luce il “cosa”, il “come”, il “perché” secondo argomentazioni stringenti. Oggi vi presentiamo la prima parte delle sette menzionate, nei giorni prossimi a cadenza bisettimanale, martedì e venerdì, troverete i successivi articoli a completamento del ‘puzzle’. Per chi si perdesse parte dei lavori potete ritrovarli nella rassegna stampa che Perfetto aggiornerà di volta in volta al sito www.economatica.it . Il prossimo appuntamento sarà dunque martedì 7/1/2020.
In materia economica ci sono non uno, ma due grossi problemi da risolvere. E tutti e due ne formano un terzo. I primi due problemi sono correlati fra loro per cui risolto il primo si risolverà il secondo. La risoluzione dei primi due problemi comporterà automaticamente la risoluzione del terzo.
Il primo problema riguarda il sistema previdenziale (che presenta barriere all’uscita dal mondo del lavoro). Il secondo problema, che è correlato al primo, riguarda il sistema occupazionale (che presenta barriere all’ingresso del mondo del lavoro). Il terzo problema, formato dai primi due, riguarda il ricambio generazionale (che non può avvenire per la presenza delle barriere precedenti).
Le barriere che bloccano l’uscita dal mondo del lavoro sono determinate dalla insufficienza di risorse: andrebbero finanziate con spesa pubblica e questa andrebbe a incrementare il debito pubblico (quello italiano è ben oltre i limiti stabiliti dal Patto di Stabilità e di Crescita), per cui i margini di manovra che il nostro Stato ha per erogare le pensioni sono molto ristretti, e assolutamente insufficienti per finanziare il numero di pensioni necessario per abbattere del tutto le barriere all’uscita dal mondo del lavoro.
Le barriere che bloccano l’entrata nel mondo del lavoro sono determinate dalla insufficienza di investimenti: a causa della carenza di consumi le nostre imprese non vedono prospettive di vendita dei loro prodotti, non investono e quindi non necessitano di manodopera; al contrario, di manodopera ne hanno in eccesso (esuberi).
Le barriere che bloccano il flusso del ricambio generazionale sono quelle precedenti: da un lato, non permettono di liberare posti che potrebbero essere occupati da nuovi lavoratori; dall’altro, non permettono di occupare i posti che si sono invece liberati. Tali posti, infatti, o non hanno necessità di essere occupati (in quanto non c’è più bisogno che venga svolto un determinato lavoro), o perché altri lavoratori (cosiddetti “insaturi”) prendono in carico i lavori lasciati dai loro colleghi che sono usciti dall’azienda.
Il ricambio generazionale è un fattore critico di successo per una nazione che vuole evolvere verso il digitale: la nuova generazione dei nativi digitali, rispetto alla precedente, ha una maggiore propensione all’uso delle tecnologie digitali e quindi potrà meglio sostenere e dare impulso alla trasformazione digitale (in termini tecnologici, organizzativi, manageriali, culturali, sociali) che coinvolge le imprese e le nazioni di oggi.
Individuate le cause che erigono le barriere (insufficienza di risorse da parte dello Stato per il vincolo del Patto di Stabilità e di Crescita, e insufficienza di investimenti da parte delle imprese), occorre individuare il modo per rimuovere tali cause e i mezzi per attuarlo.
Claudio Maria Perfetto