Di San Fausto possediamo poche notizie certe. Si sa che vive ad Alessandria d’Egitto tra la fine del III e l’inizio del IV secolo ed è diacono della Chiesa alessandrina. Durante la persecuzione di Valeriano, giudicato dal prefetto Emiliano, insieme con il vescovo Dionigi e con i diaconi Eusebio e Cheremone, subisce l’esilio nella regione di Kefro in Libia con il proprio vescovo e con Caio, Pietro e Paolo. Quando torna in Egitto conduce una vita di vagabondaggio insieme con i diaconi Eusebio e Cheremone, senza mai trovare un posto sicuro dove potersi fermare.
Eusebio fa di lui questo elogio: “Si è distinto nel confessare la fede ed è stato poi riservato sino alla persecuzione succeduta al nostro tempo; vecchio e pieno di giorni ha consumato nell’età nostra il martirio per decapitazione”.
Fausto muore durante la nuova persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano e condannato appunto alla decapitazione. Il Martirologio Romano lo commemora al 19 novembre, tuttavia il suo nome ricorre altre volte: al 3 ottobre, con Caio, Pietro e Paolo; al 4 con Caio, Eusebio, Cheremone e Lucio. Si tratta sempre del diacono ricordato il 19 novembre, poiché i suoi compagni non sono altri che i diaconi alessandrini, menzionati da Eusebio, perseguitati insieme con il loro vescovo Dionigi, durante l’impero di Valeriano.
Alessio Yandusheff Rumiantseff