San Vincenzo Pallotti, fondatore della Società dell’Apostolato Cattolico, sollecitò la vocazione di tutti i battezzati in Cristo a lavorare con generosità per la Chiesa
Il 22 gennaio la chiesa venera San Vincenzo Pallotti, nato nel 1795 a Roma. Sin da bambino dimostrò un forte interesse per la fede. Fu ordinato sacerdote nella basilica di San Giovanni in Laterano nel 1818. Il 9 gennaio 1835 fondò l’Unione dell’Apostolato Cattolico, composta da sacerdoti, suore e laici, con l’obiettivo di propagare la fede cattolica in tutto il mondo. Una funzione che secondo il fondatore non doveva essere svolta solo da sacerdoti e religiose ma anche, dai laici. Gesù Cristo fu l’unico maestro per don Vincenzo, che elesse la Madonna come guida e modello. L’Unione dell’Apostolato Cattolico aveva lo scopo di far conoscere Cristo con la parola, l’insegnamento, le opere di carità spirituale e materiale.
Gregorio XVI approvò l’Opera, e a Roma tutti avevano una grande stima per don Vincenzo, ma, dopo un buon inizio, incontrò diversi ostacoli, tanto che l’approvazione delle sue regole fu rinviata fino al 1904. Vincenzo muore con la fama di sant’uomo che ha fatto uno sbaglio. Un errore che però andrà avanti, trovando i Pallottini sempre vivi e operosi alla fine del XX secolo. La sua associazione ha portato aria nuova nella Chiesa, ma ha rallentato la causa della sua canonizzazione. Ci pensò papa Pio XI a spazzare riserve e diffidenza, proclamando Vincenzo “operaio vero delle missioni”, “provvido e prezioso antesignano e collaboratore dell’Azione Cattolica”. Giovanni XXIII lo proclamò santo nel 1963. Due anni dopo, il decreto Apostolicam actuositatem del Vaticano II con Papa Paolo VI dirà solennemente: “I laici hanno il dovere e il diritto all’apostolato dalla loro stessa unione con Cristo Capo”. Le parole di Vincenzo Pallotti risuonarono così, dopo 130 anni, nella Chiesa universale.
San Vincenzo svolse le sue opere apostoliche nella città di Roma e nei d’intorni con attività rivolte ai poveri, agli emarginati, agli ammalati ai diversi gruppi di giovani, agli oratori e alle università, ai seminari e collegi con una formazione spirituale e missionaria con particolare attenzione verso i prigionieri.
Vincenzo morì il 22 gennaio 1850 a San Salvatore in Onda, a Roma. Alcuni giornali dell’epoca titolarono: «È morto il santo, l’apostolo di Roma. È morto il padre dei poveri». Le sue spoglie furono esposte in San Salvatore in Onda, dove si trovano tuttora sotto l’altare maggiore.