GRINZANE CAVOUR. Il torinese Alessandro Perissinotto con Il silenzio della collina (Mondadori) è il vincitore 2019 del Premio Lattes Grinzane per la sezione “Il Germoglio”, dedicata ai migliori libri di narrativa italiana o straniera pubblicati nell’ultimo anno. Gli altri finalisti al Premio erano: Roberto Alajmo con L’estate del ’78 (Sellerio), Jean Echenoz (Francia) con Inviata speciale (Adelphi, traduzione di Federica e Lorenza Di Lella), Yewande Omotoso (Sud Africa) con La signora della porta accanto (66thand2nd, traduzione di Natalia Stabilini), e Christoph Ransmayr (Austria) con Cox o Il corso del tempo (Feltrinelli, traduzione di Margherita Carbonaro). La cerimonia di premiazione si è svolta presso il Castello di Grinzane Cavour (Cn). Protagonisti della giornata sono stati gli studenti rappresentanti delle 25 giurie scolastiche italiane i cui 400 voti hanno determinato il vincitore.
I romanzi finalisti del Premio, organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes, erano stati designati e annunciati ad aprile a Cuneo, alla sede della Fondazione CRC (che collabora e sostiene il Premio), dalla Giuria Tecnica. Tra aprile e settembre 2019 i cinque libri sono stati letti e discussi dai 400 studenti delle 25 Giurie Scolastiche. Ventiquattro giurie sono scelte in modo da coprire tutto il territorio della Penisola: quattro in Piemonte (regione sede del Premio) e almeno una per ciascuna delle altre regioni. A queste si aggiunge la giuria estera a Madrid, presso il Liceo Scientifico “Enrico Fermi”.
Classe 1964, Perissinotto insegna alla Facoltà di Scienze della Formazione di Torino. Dopo la laurea, sin dai primi Anni Novanta svolge un’intensa attività di ricerca, occupandosi di semiologia della fiaba, di multimedialità e di didattica della letteratura. Approda alla narrativa nel 1997 con il romanzo poliziesco L’anno che uccisero Rosetta (Sellerio), al quale fanno seguito La canzone di Colombano e Treno 8017 (Sellerio, 2000 e 2003). Nel 2004 pubblica per Rizzoli il noir epistolare Al mio giudice (Premio Grinzane Cavour 2005 per la Narrativa Italiana), seguito nel 2006 da Una piccola storia ignobile (Rizzoli), un’indagine della psicologa Anna Pavesi, che torna anche in L’ultima notte bianca e L’orchestra del Titanic. Nel 2008 la riflessione sul poliziesco si sviluppa anche in forma saggistica con La società dell’indagine (Bompiani), mentre la sua produzione narrativa evolve verso il romanzo politico con Per vendetta (2009). Le sue opere sono state tradotte in numerosi paesi europei e in Giappone. Con Piemme ha pubblicato Semina il vento (2012), Le colpe dei padri (2013, secondo classificato al Premio Strega), Coordinate d’Oriente (2014) e Quello che l’acqua nasconde (2017). Con Mondadori ha pubblicato il suo ultimo romanzo Il silenzio della collina (2019).
Piero Abrate