Oggi la Commissione europea ha deciso di deferire la Polonia alla Corte di giustizia dell’UE per quanto riguarda il nuovo regime disciplinare dei giudici polacchi, chiedendo un procedimento accelerato. Il 3 aprile 2019 la Commissione ha avviato la procedura d’infrazione ritenendo che il nuovo regime disciplinare comprometta l’indipendenza giudiziaria dei giudici polacchi e non dia le necessarie garanzie per tutelarli dal controllo politico, come richiesto dalla Corte di giustizia dell’UE.
Nello specifico, il diritto polacco consente che i giudici ordinari siano oggetto di indagini, procedimenti e sanzioni disciplinari sulla base del contenuto delle loro decisioni giudiziarie. Inoltre non garantisce l’indipendenza e l’imparzialità della sezione disciplinare della Corte suprema, composta esclusivamente da giudici nominati dal Consiglio nazionale della magistratura, a sua volta nominato politicamente dal parlamento polacco (Sejm).
La Commissione europea nutre gravi perplessità sul fatto che un organo giurisdizionale “istituito per legge” non possa decidere in primo grado nei procedimenti disciplinari nei confronti dei giudici ordinari: esso attribuisce invece al presidente della sezione disciplinare il potere di stabilire, caso per caso e con capacità discrezionale pressoché illimitata, quale giudice disciplinare di primo grado tratterà un determinato caso promosso nei confronti di un giudice ordinario.
Per di più non è garantito che i casi siano trattati entro tempi ragionevoli, consentendo al ministro della giustizia di mantenere le accuse pendenti in capo ai giudici ordinari attraverso responsabili dell’azione disciplinare nominati dal ministro. In conclusione i giudici non sono tutelati dal controllo politico, quindi l’indipendenza della magistratura è violata.
La Commissione ha pertanto deciso di deferire la Polonia alla Corte di giustizia dell’Ue, nonostante il 3 aprile 2019 fosse stata inviata allo stato polacco una lettera di costituzione in mora. Documento al quale la Polonia aveva prontamente replicato, ma che a seguito di un’approfondita analisi non è riuscita ad attenuare i dubbi di ordine giuridico.
In una nota diffusa dalla Commissione europea si afferma che: “Lo Stato di diritto è uno dei valori comuni sui quali si fonda l’Unione europea, ed è condiviso da tutti gli Stati membri. Esso è sancito dall’articolo 2 del trattato sull’Unione europea. Lo Stato di diritto è inoltre essenziale per il funzionamento complessivo dell’UE.”
Norbert Ciuccariello