Sono tanti anche oggi , 4 ottobre, i Santi e i Beati celebrati dalla Chiesa cattolica, ma uno più di ogni altro viene ricordato per la sua rivoluzionaria opera spirituale: San Francesco d’Assisi. Nato ad Assisi nel 1182, nel pieno del fermento dell’età comunale, egli è figlio di un mercante. Riceve la prima formazione in famiglia, specialmente dalla madre Pica, molto devota e pia. Intorno ai 6 anni frequenta il primo grado di istruzione per 5 anni, imparando a leggere e a scrivere non solo in latino (la propria lingua), ma anche in francese; a cantare inni liturgici e salmodia; e anche a misurare secondo i non facili calcoli del tempo. Successivamente, per la sua elevata condizione economica e per assicurarsi una qualsiasi apertura alla vita sociale o alla carriera militare, Francesco frequenta anche un corso di formazione superiore.
La sua aspirazione è quella entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Per questo ricerca la gloria tramite le imprese militari, finché comprende di dover servire solo il Signore. Si dà quindi a una vita di penitenza e solitudine in totale povertà, dopo aver abbandonato la famiglia e i beni terreni. Nel 1209, in seguito a un’ulteriore ispirazione, inizia a predicare il Vangelo nelle città, mentre si uniscono a lui i primi discepoli. Con loro si reca a Roma per avere dal papa Innocenzo III l’approvazione della sua scelta di vita.
A partire dal 1210 per dieci anni peregrina per le strade e le piazze d’Italia: dovunque accorrono a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiama “frati”, cioè “fratelli”. Nel 1221 fonda il suo ordine, assieme a due sacerdoti, Pietro e Silvestro, e due laici, Bernardo ed Egidio. La prima Regola, presentata da Francesco per l’approvazione da Roma, è detta non bollata, perché non riceve alcuna conferma da parte del Papa. In un momento molto provato della sua vita, Francesco riesce, con la collaborazione di frati esperti e della stessa curia romana, a scrivere una nuova Regola, che Onorio III approvava con la bolla Solet annuere del 29 novembre 1223. Così, dal 1223 nasceva la Regola bollata dell’Ordine dei Frati Minori, quella che tutt’oggi disciplina la vita dei francescani. Accoglie poi la giovane Chiara che dà inizio al Secondo Ordine francescano, e fonda un Terzo Ordine per quanti desiderano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici.
Gli ultimi due anni di Francesco sono certamente segnati con più profondità da “sorella sofferenza” sia per le stimmate, sia per le altre malattie del corpo che l’affliggono. Nella primavera del 1226, mentre si trova a Siena, sententosi mancare, detta un “piccolo” testamento. In seguito, nel convento delle Celle a Cortona, ne fa scrivere un ultimo che vuole sia legato alla Regola. Dalle sorgenti del fiume Topino, nei pressi di Nocera Umbra, dove si trova, Fancesco si fa trasportare ad Assisi, alla Porziuncula, per esalare l’ultimo respiro al tramonto del 3 ottobre 1226. Il suo corpo, dopo aver attraversato Assisi e sostato in San Damiano, viene sepolto nella chiesa di San Giorgio, da dove, nel 1230, la salma viene trasferita nell’attuale basilica, due anni dopo la sua canonizzazione da parte di Gregorio IX con la bolla Mira circa nos del 19 luglio 1228, fissando la festa liturgica al 4 ottobre. Papa Pio XII proclamerà lui e santa Caterina da Siena Patroni Primari d’Italia il 18 giugno 1939.
I resti mortali di colui che è diventato noto come il “Poverello d’Assisi” sono venerati nella Basilica a lui dedicata ad Assisi, precisamente nella cripta della chiesa inferiore. San Francesco d’Assisi è oggi uno dei santi più popolari e venerati del mondo.