C’è grande fermento nel mondo scientifico e tra gli appassionati di astronomia in merito alla notizia della scoperta di Ds Tuc A b, un possibile pianeta gigante gassoso attorno al sistema stellare binario Ds Tucanae A. Fra quelli confermati, si tratterebbe del pianeta più giovane sino ad ora mai individuato dal telescopio spaziale Tess della Nasa.
La grandezza del dovrebbe essere all’incirca la metà di quella di Giove, in orbita attorno a una stella con un’eta stimata intorno ai 40 milioni di anni, quindi considerata molto giovane. La rivelazione potrebbe rivelarsi molto promettente al fine dello studio delle atmosfere extrasolari. La scoperta, pubblicata su A&A, è firmata dalla ricercatrice italiana Serena Benatti, impegnata all’Inaf di Palermo e Padova.
Un team di ricercatori guidato dalla Benatti, del quale fanno parte anche astronomi degli osservatori Inaf di Palermo, Padova, Catania, Torino, Trieste e Napoli, ha analizzato le osservazioni ottenute da Tess del sistema binario Ds Tuc, distante 144 anni luce dalla Terra e sospettato di ospitare un candidato pianeta attorno alla componente principale Ds Tuc A, una stella giovane di tipo spettrale G6V. Grazie a un’analisi indipendente della curva di luce (ossia la variazione temporale dell’intensità della radiazione stellare osservata) ottenuta da Tess, in combinazione con dati di archivio sia spettroscopici che di fotometria ad alta precisione, è stata confermata la presenza di un esopianeta con un periodo orbitale di 8.14 giorni e un raggio pari alla metà di quello di Giove.
Il nuovo mondo si chiama Ds Tuc A b e tra i pianeti scoperti da Tess a oggi confermati è quello più giovane. Data la sua età e l’orbita stretta, la massa presunta di questo pianeta è probabilmente inferiore a 20 masse terrestri: indice di un’atmosfera molto estesa, che la rende particolarmente adatta all’analisi spettroscopica della sua composizione e struttura.
“Ds Tuc A è un oggetto particolarmente interessante“, ha dichiarato la dottoressa Benatti, riferendosi alla stella attorno alla quale l’esopianeta ruota, “perché ci permette di osservare un pianeta ancora in fase di contrazione, con una struttura talmente espansa da essere, da una parte, il principale candidato alla caratterizzazione atmosferica, e dall’altra di rappresentare una sfida per la determinazione della sua piccola massa con la tecnica delle velocità radiali, poiché il segnale planetario è immerso nel rumore causato dall’attività stellare.
“Il nostro gruppo sta continuando a raccogliere dati con gli strumenti dell’Eso per raggiungere entrambi questi scopi. Come comunità italiana”, ha poi proseguito la ricercatrice Inaf, “ci stiamo dedicando alla ricerca di pianeti giovani già da qualche anno, all’interno del progetto Gaps2, che si avvale degli spettrografi Harps-N e Giano-B del Telescopio nazionale Galileo. Questo nostro ultimo lavoro vuole essere l’apripista di una serie di studi volti alla conferma e alla caratterizzazione di candidati pianeti giovani, forniti soprattutto da Tess, che ha da poco iniziato ad osservare l’emisfero nord, e dimostrarne la fattibilità“.
Carlo Saccomando