Le sorelle Aurelia e Neomisia nacquero nel IX secolo in Asia Occidentale da una famiglia nobile. Rimaste orfane in giovane età, diventarono schiave e furono condotte in Tracia, antica regione greca. Liberate dalla schiavitù dei maomettani, si recarono in pellegrinaggio nei santi luoghi della Palestina e nei più celebri santuari dell’Occidente.
Sulla strada che da Roma portava a Latina vennero catturate dagli agareni (saraceni così ribattezzati in quanto discendenti da Agar) che in quel tempo infestavano la zona dopo aver invaso la Calabria e la Lucania: furono frustate crudelmente e ridotte in fin di vita. Sarebbero morte se un violento temporale, la luce accecante di un fulmine e il boato di un tuono non avessero spaventato i persecutori.
Dispersi i persecutori, con la scarsa forza rimasta, le sorelle ripresero il viaggio e raggiunsero a stento Anagni, villaggio dell’Agro Anagnino, dove vennero accolte da una donna impietosita dalle loro dolorose e gravi condizioni. Furono così costrette a trattenersi nel paese e durante le orazioni notturne nella chiesa parrocchiale un angelo preannunciò la loro salita in paradiso.
Il 25 settembre la morte delle due sorelle martirizzate fu annunziata dal suono delle campane e i loro corpi vennero lasciati prima nel borgo di Macerata, poi a causa di scorrerie di barbari furono traslati nel monastero di Santa Reparata e successivamente nella Basilica inferiore della Cattedrale, dove riposano tutt’ora accanto alle reliquie di Santa Secondina.
L’unico testo a noi noto degli Atti delle due sante è contenuto nel codice Chigiano scritto all’inizio del XIV secolo. Il Baronio, che inserisce il nome delle due vergini nel Martirologio Romano, dice di aver avuto conoscenza dei loro Atti, ma di aver trovato il testo alquanto corrotto.
Le due vergini sono ripetutamente rappresentate negli affreschi del secolo XIII, nella cripta della cattedrale: ai lati della Madonna nella conca absidale dietro l’altare ad esse dedicato; nuovamente nella parete sinistra accanto all’altare. Nella nicchia fatta dipingere da Giacomo de Guerra nel 1324 le due sante sorelle fiancheggiano il vescovo Pietro. Parte considerevole delle reliquie di Aurelia e Neomisia si conserva in due urne, fatte eseguire nel 1903 dal vescovo Antonio Sardi, che si espongono sull’altare maggiore della cattedrale il 25 settembre, giorno in cui le sante sono festeggiate.
Alexey Yandusheff Rumiantseff