Alle critiche sul Jova Beach Party (il cui Ep è diventato disco d’oro), che ha fatto ballare molti fan sulle spiagge italiane in questi mesi, Jovanotti risponde con un post su Facebook, in cui spiega le polemiche che, come i suoi seguaci, hanno seguito il suo tour. “Quando abbiamo iniziato a progettare JBP – scrive – la primissima cosa che abbiamo fatto è stato contattare il Wwf per poterli incontrare per raccontare l’idea e chiedere a loro un parere, e sono stato io personalmente a metterla come condizione di partenza. Il Wwf perché è una grande organizzazione storica che non cerca visibilità ad ogni costo ma opera sul campo, la visibilità serve a promuovere attività di difesa e cura dell’ambiente, ha competenze specifiche, è radicata nei territori, ha un vero comitato scientifico e una rete vera e diffusa di operatori ed osservatori. Non mi sarei mai aspettato, nonostante non sia un ingenuo rispetto a questo genere di cose, che il mondo dell’associazionismo ambientalista fosse così pieno di veleni, divisioni, inimicizie, improvvisazione, ciarltroneria, sgambetti tra associazioni, protagonismo narcisista, tentativi di mettersi in evidenza gettando discredito su tutto e su tutti, diffondendo notizie false, approfittando della poca abitudine al “fact checking “ di molte testate. Il mondo dell’ambientalismo è più inquinato della scarico della fogna di Nuova Delhi!”
E il pensiero di Jovanotti non si arresta: “Hanno detto che abbiamo abbattuto alberi, sterminato colonie di uccelli, spianato dune incontaminate, costruito eliporti (eliporti!!!!!), disorientato fenicotteri, prosciugato stagni, gettato napalm sulle piantagioni di canna da zucchero del sud-est asiatico, trivellato il mare, assoldato mercenari, mostrato ascelle a gente che non gradisce certe sconcerie (soprattutto non gradisce la ascelle), sudato troppo, goduto troppo, ballato troppo, cantato troppo, disturbando sia Don Camillo che Peppone. Io ogni giorno da novembre scorso mi confronto, e con me i responsabili della produzione, con il Wwf e chiediamo a loro se le cose che girano in rete sono credibili e la riposta è sempre stata, dopo ogni verifica fatta, che non lo sono. Jova Beach Party non si mette maschere, è tutto alla luce del sole, siamo stati costantemente controllati, monitorati dalle autorità che giustamente verificano ogni singolo dettaglio”.