Nicola Zingaretti ha le idee chiare: il segretario del Partito Democratico punta senza mezzi termini alle elezioni anticipate, rimettendo in mano degli italiani la decisioni su chi debba avere in mano le redini del prossimo governo e allontana l’ipotesi di un governo istituzionale formato da Pd e M5s. Una netta presa di posizione che si discosta dall’idea di Matteo Renzi e che sotto certi punti di vista continua a manifestare i dissensi interni alle diverse correnti del Pd.
Zingaretti è cosciente che ci sia da combattere una battaglia interna al partito, ma sopratutto una contro gli avversari politci, in primis Matteo Salvini. Dalle pagine dell’Huffington Post, sul suo blog personale, il governatore del Lazio indica il vicepremier leghista come principale responsabile della crisi di governo: “Il Governo populista ha fallito e messo l’Italia in ginocchio e ora scappano per paura della manovra finanziaria perché non sanno cosa fare. Avevano promesso una rivoluzione hanno combinato un disastro: l’Italia ha crescita zero, è esplosa la cassa integrazione, la produzione industriale cala e il debito pubblico è deflagrato.“
Dose che viene rincarata quando ricorda che: “Da settimane il Ministro degli Interni è chiamato a riferire in Parlamento dei rapporti suoi e di alcuni suoi stretti collaboratori con il Governo della Russia. Su presunte tangenti e sul sistema di alleanze internazionali dell’Italia.“
Ribadisce la forte volontà personale e di tutto il Pd di “qualsiasi ipotesi di accordo con il Movimento 5 stelle“, ricordando che molti in questi mesi passati lo hanno accusato di “essere il fautore di questo progetto nascosto“, mentre invece afferma il più assoluto rifiuto tale da non volerne nemmeno parlare. Ricorda come “si è arrivati a teorizzare che in realtà con Lega e 5 stelle ci si trovasse di fronte a due destre, due facce della stessa medaglia entrambe pericolose e illiberali da sconfiggere”
Conclude affidandosi al Presidente della Repubblica Mattarella che “ci guiderà la saggezza e l’autorevolezza“. sopratutto nei prossimi passaggi che porteranno allo scioglimento del governo oppure ad uno “istituzionale“.
Carlo Saccomando