La crisi di governo non costringerà solamente gli italiani a tornare alle urne e prendere una decisione importante per il futuro politico del Paese, ma è molto probabile che costringerà i cittadini a dover metter mano al portafoglio a causa della possibilità di un aumento dell’Iva.
La caduta del governo, le future elezione e la formazione di un nuovo esecutivo fanno aumentare in maniera esponenziale la possibilità di attivazione delle clausole di salvaguardia, cioè l’aumento dell’Iva dal 22% al 25,2% (dal 10 al 13% per l’imposta ridotta). Tradotto in soldoni, secondo secondo una stima del Sole 24 Ore, ciò significhebbe un costo medio di 541 euro in più a famiglia.
Le risorse da trovare prima del termine dell’anno per scongiurare l’aumento dell’aliquota sono di circa 23,1 miliardi. Una cifra difficile da immaginare, ma sopratutto complicata da reperire in questi tempi di crisi politica. A pagare di più questa stangata saranno le coppie con due figli, con un costo extra annuo di 756 euro, e quelle con tre o più figli, che pagheranno 736 euro in più. I meno penalizzati saranno i single ultra 65enni: per loro si calcolano 285 euro extra all’anno.
Il Codacons fa i conti sui possibili aumenti prodotto per prodotto, e ricorda che le clausole prevedono anche gli incrementi delle accise sui carburanti con un gettito stimato dalla Legge di bilancio pari a 400 milioni di euro all’anno, con conseguenti effetti negativi sui listini dei beni trasportati su gomma.
“I rincari dei listini in caso di ritocco dell’Iva toccheranno ogni aspetto della nostra vita – ha dichiarato il presidente Codacons Carlo Rienzi – Costerà di più svegliarsi e fare colazione al bar o in casa, ma anche lavarsi il viso e i denti, prendere la macchina per andare a lavoro, mangiare un tramezzino al bar, andare dal parrucchiere o portare un abito in tintoria, pagare le bollette o trascorrere una serata al cinema o in pizzeria“.
Carlo Saccomando