Edith Stein nacque a Breslavia, capitale della Slesia prussiana, il 12 ottobre 1891, da una famiglia ebrea di ceppo tedesco. Allevata nei valori della religione israelitica, a 14 anni abbandonò la fede dei padri divenendo agnostica. Studiò filosofia a Gottinga, diventando discepola di Edmund Husserl, il fondatore della scuola fenomenologica. Ottenne fama di brillante filosofa.
Nel 1921 si convertì al cattolicesimo, ricevendo il battesimo nel 1922. Insegnò per otto anni a Speyer , dal 1923 sino al 1931. L’anno successivo venne chiamata a insegnare all’Istituto pedagogico di Münster, in Westfalia, ma la sua attività fu sospesa dopo circa un anno a causa delle leggi razziali.
Il 12 aprile 1933, alcune settimane dopo l’insediamento di Hitler al cancellierato, Edith Stein scrisse a papa Pio XI e al suo segretario di stato – il cardinale Pacelli, già nunzio apostolico in Germania e futuro papa Pio XII – con la richiesta di non tacere più e denunciare le prime persecuzioni contro gli ebrei. Nel 1934, assecondando un desiderio lungamente accarezzato, entrò come postulante al Carmelo di Colonia. Assunse il nome di suor Teresa Benedetta della Croce e negli anni che seguirono scrisse il suo libro metafisico “Essere finito ed Essere eterno” con l’obiettivo di conciliare le filosofie di Tommaso d’Aquino e di Husserl.
Ma anche in Olanda suor Teresa Benedetta della Croce non è al sicuro, soprattutto dopo che la conferenza dei vescovi olandesi il 20 luglio 1942 fece leggere in tutte le chiese del paese una lettera di contro il razzismo nazista. In risposta, il 26 luglio, Adolf Hitler ordinò l’arresto degli ebrei convertiti che fino a quel momento erano stati risparmiati.
Edith e sua sorella Rosa, anche lei convertita, vennero catturate e internate nel campo di transito di Westerbork prima di essere trasportate al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove il 9 agosto, con la sorella e gli altri deportati, varcò la soglia della camera a gas, suggellando la propria vita col martirio: non aveva ancora compiuto cinquantuno anni.
Nel 1987 fu proclamata Beata, e venne canonizzata da Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1998. Nel 1999 venne dichiarata, insieme a Santa Brigida di Svezia e Santa Caterina da Siena, patrona d’Europa.
Alessio Yandusheff Rumiantseff